13.8 C
Campobasso
venerdì, Aprile 26, 2024

Usavano bambini per nascondere la cocaina, due coppie di coniugi in carcere

AperturaUsavano bambini per nascondere la cocaina, due coppie di coniugi in carcere

Le sirene delle auto dei carabinieri hanno svegliato la città all’alba quando è scattata l’operazione antidroga che ha smantellato un traffico di cocaina proprio nel centro di Campobasso. Centinaia i clienti, tutti del posto, che si rifornivano dall’origanizzazione criminale messa in piedi da due coppie di coniugi rom. I militari di Campobasso insieme allo Squadrone Cacciatori Puglia, intervenuto per la prima volta in Molise, e con i cani antidroga della Finanza e un elicottero partito da Pescara, hanno effettuato anche molte perquisizioni nelle case dei 20 indagati operando non solo a Campobasso ma anche a Isernia e Frosinone. Il luogo di rifornimento della cocaina era infatti il basso Lazio dove vivono alcuni parenti stretti degli arrestati. Nel corso di una conferenza stampa il comandante provinciale dell’Arma Luigi Dellegrazie e il colonnello Alfredo Zerella hanno fornito i dettagli dell’inchiesta coordinata dal procuratore Nicola D’Angelo e dal sostituto Elisa Sabusco. I 4 arrestati, che hanno tra 37 e 55 anni, utilizzavano al telefono nomi in codice per indicare la droga da consegnare coe “polli”, “birre” o “pacchetti di sigarette”, ma molto spesso anche il termine “amici”, da qui il nome in inglese dell’operazione “Friends”. I coniugi talvolta usavano i loro bambini per nascondere la droga durante gli spostamenti. L’indagine è stata seguita dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I 4 sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, gli indagati a vario titolo di concorso. Il loro quartier generale era nella zona di San Giovanni dove sono stati documentati con le intercettazioni duemila episodi di spaccio. Durante le indagini sono stati sequestrati 100 grammi di cocaina, 35 di eroina e 35 di mariuana. L’uomo considerato il capo dell’organizzazione, 37 anni, che al telefono ai suoi complici ricordava “Non siamo la caritas”, è difeso insieme alla moglie dall’avvocato Nicolino Cristofaro, che ora aspetta di poter leggere le carte dell’indagini per stabilire la sua strategia difensiva.

Ultime Notizie