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sabato, Aprile 27, 2024

Emergenza terremoto, l’appello dei sindaci: “Fare presto, i paesi si spopolano”. I soldi inviati dal Governo non bastano

Acquaviva CollecroceEmergenza terremoto, l'appello dei sindaci: "Fare presto, i paesi si spopolano". I soldi inviati dal Governo non bastano

Non allargare il cratere sismico, garanzie per nuovi fondi e velocità nell’erogazione degli stessi per una ricostruzione con tempi certi che possa evitare lo spopolamento. Sono stati questi gli argomenti al centro di un incontro organizzato a Monteciflone dal sindaco Franco Pallotta, con gli altri sindaci dei paesi che hanno avuto danni con il terremoto del 14 e del 16 agosto e cioè Larino, Guglionesi, Acquaviva, Guardialfiera, Palata. Un incontro a cui hanno partecipato anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle Antonio Federico e Luigi Di Marzio che hanno garantito che i 2 milioni di euro stanziati dal Governo per l’emergenza sono solo una prima tranche. I sindaci dal canto loro hanno fatto notare come nessuno dal Governo sia venuto in Molise dopo il terremoto e come i soldi stanziati finiranno in brevissimo tempo. Di questi già 500mila euro sono destinati ai vigili del fuoco che stanno prestando servizio in Molise e arrivati in aiuto dalle altre regioni. Con il restante milione e mezzo si darà priorità agli edifici pubblici e quindi caserme, chiese, sedi dei municipi e scuole da mettere in sicurezza. Ci sono da abbattere il serbatotio dell’acqua di Montecilfone e il palazzo di via d’Ungheria a Guglionesi, per far tornare nelle proprie case i cittadini sgomberati per il rischio crollo. Ma i soldi non basteranno per tutto e per i privati non resterà nulla. Proprio sui cittadini sfollati è stata ribadita l’urgenza di trovare una soluzione alternativa alle tende, considerando che si avvicina l’inverno. Si è fatto anche il punto sui cittadini al momento senza una casa: ne sono 140 a Montecilfone, 120 a Guglionesi e un centinaio a Larino. Ma soldi servono anche per le strade, intreressate da una situazione idrogeologica già grave e compromessa con la bomba d’acqua che ha colpito il territorio proprio nella giornata del 16 agosto. Tra le preoccuazioni dei sindaci c’è anche lo spopolamento. A Montecilfone ad esempie molte attività commerciali del centro storico sono state chiuse con un’ordinanza. Se anche la chiesa è transennata, il servizio postale è a singhiozzo, “il paese è destinato a morire” l’amara considerazione degli amministratori. Quindi la necessità di fare presto e ridare speranza ai cittadini, molti dei quali stanno invece già cercando casa o pensando di spostarsi a vivere sulla costa. Queste le richieste affidate ai parlamentari Federico e Di Marzio che, da parte loro, hanno garantito l’impegno affinché i fondi vadano ai centri che hanno davvero bisogno, evitando quanto accaduto con il sisma del 2002, quando si commise l’errore di non delimitare l’area del cratere.

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