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venerdì, Aprile 26, 2024

Emittenza locale: Telemolise guida la battaglia contro il Ministero. Il caso su Repubblica

AperturaEmittenza locale: Telemolise guida la battaglia contro il Ministero. Il caso su Repubblica

Finisce sulle pagine nazionali la battaglia di Telemolise contro i nuovi criteri di assegnazione dei fondi pubblici stabiliti dal Ministero per lo sviluppo economico. Ad occuparsene è il quotidiano Repubblica che da grande risalto al ricorso presentato da Telemolise al Tar del Lazio contro i criteri discriminatori adottati dal Ministero. A curare il ricorso sono stati gli avvocati Pino Ruta, Margherita Zezza e Massimo Romano a cui va il merito di altre battaglie sul tema editoria affrontate con esito positivo. In tal senso va ricordata quella contro la legge a sostegno della stampa locale varata dalla regione Molise. Una legge stralunata, confezionata ad exludendum, e discriminatoria verso Telemolise. Ma torniamo all’attualità. I nuovi parametri adottati dal Ministero dello Sviluppo Economico, non considerano i bacini di pubblico, favorendo di fatto le televisioni presenti nelle regioni più popolose e pregiudicando le “grandi” emittenti, per know-how, tecnologie e numero di giornalisti e dipendenti, come Telemolise, delle regioni più piccole. Tra il Molise, con un bacino di 300mila abitanti, e la Lombardia con più di 10milioni, la differenza è abissale. Infilare tutti in un’unica graduatoria nazionale rappresenta un criterio ingiusto e discriminatorio. Guardare al numero di dipendenti e agli ascolti, senza però tenere conto del bacino di utenza a cui l’emittente si rivolge, come faceva invece la vecchia normativa, rappresenta oggettivamente un danno e una lesione per il prezioso lavoro che svolgono le emittenti che operano nelle aree più svantaggiate. Non a caso Repubblica cita la famosa diretta di 40 ore svolta da Telemolise in occasione del terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002. Un lavoro prezioso apprezzato dall’intera Nazione, fonte di immagini e notizie per tutte le principali testate italiane. Basterebbe pensare a quest’ultima circostanza per comprendere il valore dell’emittenza locale, un patrimonio che va messo in sicurezza poiché bene pubblico a tutti gli effetti. L’archivio storico di Telemolise, e il quotidiano impegno sul fronte dell’informazione, della cronaca, delle inchieste, degli approfondimenti, della cultura, dello sport , delle campagne sociali e dell’intrattenimento, è un servizio che va salvaguardato. Vale per Telemolise ma vale anche per televisioni di analoga storia e spessore presenti in altre regioni, emittenti di cui Telemolise si è fatta guida in una battaglia che vede contrapposto il piccolo Davide dell’editoria locale al gigantesco Golia delle televisioni con bacini di utenza immensi. Com’è finita la storia tra Golia e Davide è cosa nota, ed è auspicabile che il precedente, anche in questo caso, si rinnovi. Piccolo non è mai sinonimo di minimo o, peggio, inferiore. Anzi, come in questo caso, spesso è l’esatto contrario. La battaglia ora si sposta al Tar Lazio, dove il 10 gennaio si discuterà la sospensiva del ricorso pilota proposto dalle emittenti del gruppo Telemolise con gli avvocati Ruta, Zezza e Romano contrapposti alla Presidenza della Repubblica, al Ministero dello Sviluppo Economico e al gigante dell’informazione Auditel, per affermare il principio costituzionale del pluralismo dell’informazione che questa riforma mette seriamente a repentaglio, non soltanto per il Molise, ma per l’intero Paese.

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