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venerdì, Aprile 26, 2024

Scuole sicure, la protesta si allarga alla primaria di via D’Amato. I genitori non mandano i figli in classe

AperturaScuole sicure, la protesta si allarga alla primaria di via D'Amato. I genitori non mandano i figli in classe

scuola-banchi-vuoti-465x300di ANNA MARIA DI MATTEO

Lo avevano annunciato al sindaco, nel corso dell’assemblea convocata al Comune per affrontare l’emergenza della scuola di via Crispi: non avrebbero mandato i propri figli a scuola, in occasione della ripresa delle attività didattiche in segno di protesta. Sono i genitori della primaria di via D’Amato, che sulla scia di quanto deciso dal sindaco di Campobasso sulla scuola di via Crispi, chiusa per dieci giorni, chiedono che lo stesso studio sulla vulnerabilità sismica venga condotto anche sull’edificio di via Pianese. E infatti, alla riapertura sono stati in pochi, anzi in pochissimi ad entrare in classe: su circa 200 alunni, al massimo venti bambini hanno varcato la soglia della scuola di via D’Amato. Una protesta che dovrebbe andare avanti anche per i prossimi giorni, in attesa, dicono i genitori, che il sindaco confermi le rassicurazioni fornite sulla sicurezza dell’edificio, fornendo la necessaria documentazione.
In sostanza è un po’ quello che da mesi chiedono i genitori degli alunni di via Crispi, costituitisi in comitato. E che un primo risultato sono riusciti a portarlo a casa: la chiusura del plesso scolastico per consentire analisi più approfondite da parte dei tecnici dell’università di Perugia.
Uno studio che dovrebbe essere completato tra una decina di giorni. Nel frattempo i bambini frequenteranno le lezioni, nel pomeriggio, nelle aule della scuola media Colozza.
Una situazione di emergenza, le cui conseguenze sono state affrontate nell’assemblea che si è svolta nella sala consiliare del Comune, alla quale hanno partecipato i genitori della primaria Nicola Scarano, oltre ad un gruppo di quella di via D’Amato.
Un incontro affollato ma anche infuocato, caratterizzato dallo scontro tra il sindaco Battista ed il consigliere comunale Cretella ma anche dalle contestazioni mosse dai genitori. Che hanno criticato l’immobilismo dell’amministrazione che ha atteso il terremoto per chiudere la scuola, quando la richiesta di notizie sullo stato dell’edificio, inoltrata dal comitato, era partita mesi addietro.
Per il momento non resta che attendere l’esito delle verifiche. Perché da quelle dipenderà il futuro dell’edificio, ma anche quello degli alunni e delle loro famiglie. Una cosa appare certa: i genitori non consentiranno ai propri figli di concludere l’anno scolastico con i doppi turni. L’amministrazione è chiamata a dare risposte certe ed immediate, preparandosi, sin da ora al peggio. Se la scuola dovesse essere ritenuta a rischio, il Comune dovrà trovare una sistemazione adeguata ai circa trecento alunni. Su questo i genitori non concederanno sconti, né faranno un solo passo indietro.

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