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sabato, Aprile 27, 2024

La Regione taglia la spesa pubblica… Ma a pagare saranno i contribuenti molisani

AttualitàLa Regione taglia la spesa pubblica... Ma a pagare saranno i contribuenti molisani

di GIOVANNI DI TOTA

Più che un taglio, un graffietto. Una sbucciatura, di quelle che non lasciano traccia.

Il dimagrimento della spesa pubblica, deciso a palazzo Moffa con la Finanziaria, è arrivato solo in minima parte. Chi si aspettava di veder ridotta l’indennità di carica dei consiglieri, oltre ad essere un vero illuso, è rimasto con un pugno di mosche in mano.

La riduzione sulla carta è avvenuta, ma rispetto alla trasfusione di sangue a cui sono ormai chiamati i molisani da qualche tempo a questa parte, il contributo dei 21 eletti potremmo catalogarlo alla voce: sai che sforzo.

Nel dettaglio. Frattura ha parlato di taglio alla spesa delle pubblica amministrazione e di un risparmio complessivo sulle spese di gestione di una dozzina di milioni di euro, 8 milioni dei quali sulla voce del personale. Peccato, però, che il personale sia sempre quell’altro e mai quello che siede nei banchi del consiglio.

Fare i conti in tasca non è elegante, tuttavia diventa automatico se a pochi metri di distanza c’è chi decide il destino di altre persone e la disparità tra i loro redditi è abissale.

Il consigliere regionale senza alcuni incarico ha un reddito di 8mila e 500 euro al mese netti. La media ponderata tra presidenti di gruppo, di commissione e assessori arriva a diecimila euro netti al mese. Il che significa che in teoria un consigliere regionale può permettersi di spendere 283 euro al giorno, rispetto ai 40 euro giornalieri di un qualsiasi lavoratore che percepisce uno stipendio di 1.200 euro. Non parliamo di quelli che davanti alla sede di palazzo Moffa, piuttosto che in via Genova, si accampano da mesi per reclamare uno spiraglio di futuro nella loro vita. Fatta come nella media di mutui, bollette, tasse e 400euro di pensione minima.

A proposito di pensione. In questi giorni si è molto parlato dei vitalizi. Un altro odioso vantaggio per i consiglieri regionali. Diciamo subito che non è stato abolito. E’ stato ridotto e gli hanno cambiato nome. Ma come dicevano gli insegnanti di una volta: invertendo i fattori il prodotto non cambia.

Dei 6000 euro della paga base, invece del 20% – com’era fino a ieri – i consiglieri verseranno l’8,8% per un importo di 528euro mensili 1425 euro, invece lo pagheranno i contribuenti attraverso la voce spese generali del consiglio regionale.

Il totale per i 21 eletti sulle spalle dei molisani fa poco meno di 360mila euro all’anno. Loro l’hanno chiamata pensione contributiva. Non è superfluo ricordare che gli altri, fuori dalla casta, in pensione ci vanno a 67 anni, se tutto va bene e dopo una vita di lavoro, di tasse e di contributi. Ma per chi riesce a varcare quel portone è sufficiente un solo mandato per percepire il vitalizio a 65 anni, a 60 con più di un mandato. Soldi reversibili agli eredi.

L’altra eredità, quella che lasciano a ogni fine mandato, quella tocca ai contribuenti molisani.

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