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sabato, Aprile 27, 2024

Agnone. Cittadini e comitati insistono: pronti a tutto per difendere il nostro ospedale

AttualitàAgnone. Cittadini e comitati insistono: pronti a tutto per difendere il nostro ospedale

I ragionieri di Roma – ma forse anche a Campobasso qualcuno lo ignora – non capiranno mai cosa significa vivere nei piccoli di paesi di montagna. E quanto sia importante avere un ospedale sicuro, soprattutto in quelle giornate in cui la neve impedisce di mettersi in viaggio. Ecco perché l’ultima proposta sul futuro del Caracciolo di Agnone ha generato più di qualche perplessità. Avere un pronto soccorso a mezzo servizio, che funzioni solo durante il giorno, serve a poco: «Un punto di primo intervento non è auspicabile, è necessario garantire l’emergenza-urgenza. Sempre, anche di notte», ha sottolineato don Francesco Martino, cappellano dell’ospedale e responsabile della Pastorale per la salute della diocesi di Trivento. Fondamentale, dunque, che il Caracciolo venga riconosciuto come ospedale di area disagiata: «Il futuro dell’ospedale si gioca tutto qui. Abbiamo tutti i requisiti per questo riconoscimento. Non possono ignorarlo», ha detto il vice sindaco di Agnone, Maurizio Cacciavillani. Chi vive in Alto Molise non chiede l’elemosina, non pretende la luna, vuole solo che vengano riconosciuti i diritti più elementari: «C’è una norma concepita dalla Conferenza Stato-Regioni che è tagliata su misura per Agnone. C’è questa legge, perché non la applicano? Questo mi sfugge», ha detto Franco Di Nucci, del Comitato Articolo 32. Certo è che già oggi la situazione al pronto soccorso e nel resto dell’ospedale non è delle migliori. Enrica Sciullo, portavoce del comitato Articolo 32 e impegnata nel pronto soccorso: «Quando nevica i disagi aumentano. C’è gente che chiama anche per sapere che tipo di prestazione offriamo. Le ultime notizie hanno creato una certa apprensione. Siamo preoccupati: quando c’è il maltempo anche un piccolo problema può diventare qualcosa di difficile da gestire». L’augurio di tutti è che il Caracciolo torni ad essere un ospedale sicuro. In caso contrario, si lotterà con ogni mezzo per evitare la chiusura di un presidio vitale per un’area che serve circa 30mila abitanti.

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