E’ rimasto a dir poco sorpreso, il professor Richard Hodges, nel tornare a Castel San Vincenzo e sentir parlare ancora di possibilità di sviluppo turistico del territorio. Quando negli anni ’90 venne a effettuare gli scavi archeologici a San Vincenzo al Volturno era consapevole delle enormi potenzialità di questo sito. Credeva di trovare la fila di turisti davanti ai cancelli. E invece a distanza di venti anni è tutto come prima. Non poteva dunque che essere duro il suo intervento durante l’incontro organizzato proprio per parlare del futuro dell’alta valle del Volturno: «San Vincenzo potrebbe essere come un pozzo di petrolio per questa terra. Oggi si registrano mille presenze l’anno, quando in realtà questo sito potrebbe garantire 100mila visitatori, ma in Molise non si riesce a fare mai nulla, neanche le cose semplici. Il turista, oltre alla visita al museo e all’area degli scavi archeologici dovrebbe trovare altro da fare, altri servizi. E invece – ha concluso il rettore dell’American University di Roma – ciò che in altri Paesi europei è normale, qui non si fa. Perché?». All’incontro si sono notate soprattutto le assenze da parte di quelle istituzioni che per prime dovrebbero dare il proprio contributo allo sviluppo di San Vincenzo al Volturno. Ma il sindaco di Castel San Vincenzo, Domenico Di Cicco, non ha intenzione di arrendersi. Intende promuovere altri incontri e coinvolgere tutti: «Sviluppare il sito archeologico – ha detto – significa dare benefici a tutta l’economia della Valle del Volturno».
San Vincenzo al Volturno. Affondo di Hodges: sito da 100mila visitatori l’anno, ma il Molise dorme
