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venerdì, Aprile 26, 2024

Palazzina esplosa a Pesche, indagini verso la svolta

QDPalazzina esplosa a Pesche, indagini verso la svolta

A quasi tre anni dalla tragedia (e dopo una serie di rinvii) si rimette in moto l’iter giudiziario avviato per fare chiarezza sulle cause che nel maggio del 2010 provocarono l’esplosione in una palazzina di Pesche. Oggi al tribunale di Isernia c’è stata l’ultima udienza dell’incidente probatorio. Davanti al Gup, Antonio Ruscito, è stata discussa la perizia effettuata dall’ingegnere chimico Ivan Castaldi, al quale era stato affidato il compito di analizzare il gpl utilizzato per l’alimentazione dell’impianto della mansarda. Al termine del confronto tra le parti il giudice per le udienze preliminari ha dichiarato chiuso l’incidente probatorio. Ruscito ha anche fissato la data della prossima udienza. Si tornerà in aula il 30 aprile. In agenda la discussione tra le parti, successivamente il magistrato dovrebbe pronunciarsi sulle richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura di Isernia. In questa inchiesta sono coinvolte sette persone: tra loro proprietari, progettisti e tecnici che hanno realizzato l’impianto. A vario titolo devono rispondere della morte di Giovanni Di Caprio, 25 anni, di Isernia. Il giovane era andato a vivere in quella mansarda la sera precedente alla tragedia, insieme alla moglie e al figlio, che all’epoca aveva appena due mesi. Al risveglio l’esplosione, forse innescata dall’accensione di una sigaretta in un ambiente ormai saturo di gas. Rimasero tutti feriti. Giovanni Di Caprio riportò gravi ustioni su quasi tutto il corpo. Fu ricoverato a Napoli. Dopo qualche giorno il suo cuore smise di battere. Sono passati quasi tre anni da allora, ma i suoi familiari devono ancora aspettare per conoscere la verità, per sapere se quella tragedia poteva essere evitata.

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