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venerdì, Aprile 26, 2024

Dopo l’homo aeserniensis, arriva l’homo venafranus

AttualitàDopo l'homo aeserniensis, arriva l'homo venafranus

La scoperta dell’insediamento umano di contrada Camiciole a Venafro, in poche ore, è diventata la notizia del giorno tra gli studiosi di archeologia a livello nazionale. Qualcuno, dopo l’homo aeserniensis, scoperta avvalorata dal ritrovamento di un dente da latte nel sito della Pineta, per analogia parla già di homo venafranus. Quel che è certo è che si tratta di un vero e proprio insediamento abitativo, che potrebbe risalire a qualche decina di migliaia di anni fa. Potremmo essere al cospetto, quindi, del “Sapiens Sapiens”, nostro diretto progenitore. Si sa per certo che le ossa rinvenute sono già state affidate agli esperti del Cnr, per gli opportuni studi e per effettuarne la datazione. Tutto lascia intuire che l’Homo Venafranus fosse molto evoluto e ben organizzato: conosceva il fuoco, si serviva di utensili, di armi, e, molto probabilmente, si era dotato di una precisa organizzazione sociale. Si insediò nell’alta valle del Volturno a seguito di una lenta migrazione iniziata in Africa più di 30mila anni fa. Ovviamente al momento si tratta solo di indiscrezioni e supposizioni, non ancora suffragate da fonti certe, basate essenzialmente su quanto è possibile evincere dalle immagini. Ma il fatto stesso che il soprintendente regionale Gino Famiglietti abbia indetto una conferenza stampa per martedì prossimo induce a pensare che il ritrovamento abbia una concreta valenza scientifica.

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