Gli omicidi di Yara Gambirasio, Melania Rea e Chiara Poggi (ma non solo), confermano quanto siano importanti non solo l’analisi del dna, ma anche tutte le tracce lasciate sui telefonini, sui computer e naturalmente sul web, a partire dalle conversazioni su Facebook. Localizzare un segnale o recuperare file cancellati non è tuttavia facile. Occorrono grandi abilità informatiche e mezzi all’avanguardia per condurre le cosiddette indagini digitali. Ebbene: da oggi lavori del genere sono possibili anche in Molise. Frutto dell’iniziativa di due giovani, a Isernia è stato infatti inaugurato un laboratorio di informatica forense. La società I-Forensics, di Saverio Abbatiello e Paolo Vespone è una delle prime aperte i primi in Italia e primo in assoluto nel centro sud anche per dotazioni di strumentazioni tecnologiche. Se questa idea è diventata realtà lo si deve al master in sicurezza informatica e digital forensics, tenuto da Mario Massimo Petrone, docente dell’Università del Molise. È soddisfatto perché il percorso formativo dell’ateneo molisano, cofinanziato dall’Inps, ha portato alla creazione di posti di lavoro. E perché ciò dimostra che anche nella nostra terra si possono portare avanti progetti importanti. Smontare o confermare alibi, oppure scovare prove schiaccianti, sono possibilità che interessano da vicino sia gli avvocati sia i magistrati, ha ricordato uno dei docenti del master, Luigi Cuomo, già giudice al tribunale di Isernia e oggi in servizio alla Corte di Cassazione. In queste modo – ha detto – le prove diventato certe e genuine. E in una era così tecnologica laboratori del genere sono più che necessari. Anzi, spesso e volentieri decisivi ai fini delle indagini.
Isernia. Apre laboratorio informatico indagini digitali forensi: è il primo nel centrosud d’Italia
