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sabato, Aprile 27, 2024

Caso Santoro, detenzione in carcere incompatibile con il suo stato di salute

AttualitàCaso Santoro, detenzione in carcere incompatibile con il suo stato di salute

di ANNA MARIA DI MATTEO

La detenzione di Umberto Santoro non è compatibile con il regime carcerario perché non può garantire cure adeguate. Lo ha scritto, nella sua relazione, Antonio Salati, il perito nominato dal Gip, Teresina Pepe, per accertare lo stato psichiatrico dell’uomo di 36 anni che ha accoltellato la barista di una sala slot, nel centro di Campobasso.

Il perito ha stilato la relazione al termine dell’incontro avuto con l’imputato in carcere, dove si trova attualmente rinchiuso, sorvegliato a vista.

«Santoro è affetto da grave disturbo della personalità di tipo borderline – ha scritto il perito nella sua relazione – e da abuso di sostanze tra cui alcol, eroina e cocaina. Per la qualità e l’intensità del quadro clinico  – ha aggiunto – non vi è compatibilità con il regime carcerario, privo di strutture adeguate».

Nella sua relazione il perito ha evidenziato come l’uomo abbia bisogno di un trattamento integrato, in regime residenziale, in una comunità di doppia diagnosi, in un unico ambiente dove possono essere forniti i trattamenti appropriati e ad alta intensità assistenziale».

In sostanza Salati non ha fatto altro che confermare la tesi avanzata dal legale di Santoro, l’avvocato Arturo Messere. «Avevo sostenuto da subito che il mio assistito non è imputabile perché non è capace di intendere e volere – ha commentato – Per questo motivo la sua permanenza in carcere non è compatibile con le sue condizioni psichiche. Il perito mi ha dato ragione. Ora spetta al giudice decidere», ha concluso Messere.

 

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