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sabato, Aprile 27, 2024

La scomparsa di Domenico Pellegrino, uno dei ”padri fondatori” della provincia di Isernia

AttualitàLa scomparsa di Domenico Pellegrino, uno dei ''padri fondatori'' della provincia di Isernia

Aveva compiuto 92 anni solo mercoledì scorso, 6 febbraio, si è spento ieri sera serenamente, nella sua casa di Isernia, dove aveva sempre vissuto e dove, a piano terra, aveva il suo studio da medico. Domenico Pellegrino, per tutti gli amici Mimmo, se n’è andato così, in silenzio, accudito dalle sue due figlie, Antonella e Gabriella. Lucido fino all’ultimo, ha lasciato sul tavolo della sua camera da letto un cd con l’adagio di Albinoni. Tra le sue ultime volontà c’era quella di farlo suonare come sottofondo nella sua camera ardente. E nella sua camera ardente, oggi, sopra la bara, c’era anche una bandiera rossa, quella originale del Partito Comunista. Parliamo del partito di Togliatti, che Pellegrino conosceva di persona e che era stato il suo riferimento politico originale, quello che aveva acceso in lui la fiamma della passione e dell’impegno, che lo hanno portato, tra gli anni sessanta e fino al duemila, ad essere una figura di riferimento per la sinistra molisana e che lo hanno visto protagonista in tutte le piazze con comizi appassionati, da Venafro, ad Agnone, con alle spalle sempre la stessa bandiera rossa, falce e martello, che non lo ha mai abbandonato, neanche l’ultimo giorno. In queste immagini lo vediamo sul palco di uno dei suoi tanti comizi, è una foto riportata in un’intervista che, nel 2015, gli fece Italo Marinelli, sulle colonne dell’Eco dell’Alto Molise, un giornale di Agnone, e proprio ad Agnone Mimmo conobbe Elda, sua moglie, che vedete con lui in questa foto scattata nel giorno del loro matrimonio. Fu eletto per il Pci, nel ’70, nel primo consiglio regionale del Molise. Poi, non volendo trascurare la professione medica e i suoi assistiti che erano migliaia, preferì lasciare l’impegno politico regionale per quello meno intenso di consigliere e assessore provinciale, fino ad arrivare ad essere eletto presidente della Provincia di Isernia nel maggio del ’95. Durante l’ultimo quarto del secolo scorso, Mimmo Pellegrino e l’ente provincia di Isernia erano in perfetta simbiosi, tanto che lui la considerava la sua seconda casa e fu proprio lui uno dei fautori dell’attuale sede di via Berta, moderna, spaziosa, efficiente, una delle più belle e funzionali d’Italia. Sempre attento alla politica, mai per fini personali o partitici, esclusivamente per ottenere il massimo possibile per la sua amata provincia. Grazie alle sue amicizie, coltivate con una grande passione per la cultura, che svariava dal grande Guttuso, al sovrintendente Adriano La Regina, o al ricercatore Carlo Peretto, Mimmo Pellegrino ha fatto tanto per la valorizzazione della provincia di Isernia. Dalla realizzazione del Museo Paleolitico Nazionale della Pineta, alla valorizzazione definitiva dell’area archeologica di Pietrabbondante. Non solo un medico, non anche un politico e, soprattutto, fino agli ultimi giorni, una mente lucidissima e vivace che lo ha portato, negli anni, ad essere il punto di riferimento obbligato per qualunque iniziativa culturale o scientifica in provincia di Isernia. Sicuramente, con lui se ne va un pezzo della nostra storia locale, l’auspicio è che gli enti, le autorità, riconoscano quanto da lui ideato e realizzato e intitolino alla sua memoria almeno una tra le sue due realizzazioni più plastiche e visibili: o il palazzo della Provincia, ancora senza nome, a quaranta anni dalla sua costruzione, o il Museo del Paleolitico.  Fu lui che ideò, fece finanziare e realizzò entrambi. E se qualcosa gli è dovuto è senz’altro il ricordo collettivo. La memoria dei giusti. I funerali domani, sabato, alle 11,30, nella chiesa di San Salvatore a Pescolanciano.

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