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sabato, Aprile 27, 2024

Abusivismo edilizio, Forche Caudine: i dati Istat non corrispondono al vero

EvidenzaAbusivismo edilizio, Forche Caudine: i dati Istat non corrispondono al vero

di ANNA MARIA DI MATTEO

I dati sull’abusivismo edilizio che pongono il Molise in cima alla graduatoria, diffusi di recente da uno studio condotto dall’Istat sono stati contestati dall’associazione Forche Caudine. Secondo il presidente Giampiero Castellotti, il dato, se approfondito, si risolve in una bolla di sapone.

Castellotti è andato in fondo alla questione, grazie anche ai dati che gli sono stati forniti dal curatore della ricerca ed è venuto fuori che, confrontando il numero delle abitazioni complessive del Molise, riferito agli ultimi censimenti, nel 2001 erano poco più di 173mila, passate a quasi 199mila nel 2001, dunque oltre 25mila in più. “Dal momento che in quel decennio l’Istat ha registrato 11.998 costruzioni legali, ne mancherebbero all’appello 13.658. Da qui il famoso 71% di cui parla lo studio – ha spiegato Castellotti – Una parte di queste case, tuttavia, è frutto di cambi di destinazione, frazionamenti e trasformazioni e dal momento che non esiste un dato regionale – ha proseguito – il ricercatore ha stimato il dato attraverso il rapporto tra quello nazionale dell’Agenzia delle Entrate e quello del Molise. Forse, non a caso Legambiente in un’altra ricerca quantifica l’abusivismo molisano al 45,8%, cioé con oltre 25 punti di differenza rispetto al primato negativo in questione”. Castellotti ha ricordato come l’Eurostat ponga il Molise al vertice delle regioni italiane per minore cementificazione, al 2,5%, sui livelli dei Paesi scandinavi. “Come si concilia tutto questo con un Molise dipinto come un covo di furbetti dal cemento facile?”, ha chiesto il presidente di Forche Caudine al quale il curatore della ricerca ha ammesso di aver trovato difficoltà nell’elaborazione dei dati. “Stiamo parlando comunque di duecento abitazioni abusive, frutto di interventi di sopraelevazioni, frazionamenti o cambi di destinazione d’uso”, è la chiave di lettura offerta dallo stesso ricercatore. Insomma, l’abusivismo in Molise non è certo da record. Ma il danno d’immagine resta.

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