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venerdì, Aprile 26, 2024

Termoli, un cimitero industriale alle porte della città. Acciaieria, Zuccherificio, San Nicola: che fare?

AperturaTermoli, un cimitero industriale alle porte della città. Acciaieria, Zuccherificio, San Nicola: che fare?

Rischia di diventare una vera e propria bomba ecologica il cimitero industriale localizzato tra la vecchia Acciaieria, l’ex Zuccherificio e l’ormai dismesso Centro commerciale San Nicola. A due passi dal mare, ed esattamente a metà strada tra Termoli e Campomarino, le due principali località balneari del Molise, vastissima che si è trasformata in una pattumiera a cielo aperto dove la fanno da padroni residui di ogni tipo, dal materiale ferroso, a quello elettrico, dall’asfalto a metri cubi di cemento. In questa savana di quello che fu l’antico sogno di industrializzazione del basso Molise, tutto sta andando in malora senza che si sia mai avviato un serio percorso di riconversione dell’area. La sola ex Stefana, l’Acciaieria, si estende su 40 ettari di terreno e, dopo l’operazione di bonifica avviata nel 2014 che pareva dovesse rappresentare l’abbrivio per un recupero produttivo del sito, tutto è rimasto lettera morta. L’Acciaieria è, in termini di morte industriale, una delle strutture trapassate da più lungo tempo. Nata nel 1972, è rimasta in funzione per pochi anni sino all’alba degli anni ‘80. La storia dello Zuccherificio, anch’essa antica quanto a fondazione (qui si parla della fine degli anni ‘60), quanto a decesso è più recente. Dopo una serie di alti e bassi, di speranze di rilancio e paure di chiusura, lo stabilimento si è definitivamente fermato due anni fa. Le immagini di un operaio intento a cancellare la scritta “Zuccherificio del Molise” sul vecchio silos, hanno chiuso definitivamente il sipario su una storia che per decenni ha rappresentato lavoro, prosperità e benessere per centinaia di persone e per le rispettive famiglie.

Quella del Centro commerciale San Nicola è stata, come per l’Acciaieria, una vita breve. Nato nel 2006, ha chiuso definitivamente i battenti nel 2015. Meno di dieci anni di vita e pure in questo caso sogni spezzati per i lavoratori delle circa 43 aziende che operavano all’interno della struttura. A farla da padrone, laddove un tempo era un pullulare di famiglie, autovetture e musica dagli altoparlanti, è un silenzio di tomba che si snoda come un serpente tra le sterpaglie e i ruderi prodotti dal passaggio del tempo. L’unica presenza di vita, è rappresentata dal servizio di vigilanza presente sul luogo. Per il resto tutto è fermo e immobile, in una atmosfera sospesa ed irreale.

A coronamento del dramma, un intreccio di vicende giudiziarie che, a vario titolo, hanno riguardato l’intero distretto industriale. Un ginepraio all’interno del quale si sono perse le speranze e, lavorativamente parlando, le vite di centinaia di lavoratori e famiglie. Accendere i riflettori su quell’area è per la Regione Molise e per il Comune di Termoli un dovere sempre più impellente.

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