La moglie del premio nobel per l’economia Amartya Sen è stata operata al “Gemelli” di Roma e l’economista ha elogiato lo staff sottolineando i meriti dell’assistenza sanitaria italiana che ha definito «libera e gratuita».
La Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” di Campobasso, fa parte della stessa famiglia della Fondazione “Policlinico Universitario Agostino Gemelli” di Roma; sono entrambe espressione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. I percorsi clinici ed assistenziali sono condivisi, i protocolli di ricerca spesso vengono estesi anche alla sede molisana, i professionisti che lavorano a Campobasso, spesso operano anche su Roma e sono tutti costantemente formati presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo del Sacro Cuore. La qualità che esprime la “Giovanni Paolo II” è frutto dell’essere Università Cattolica ed dell’operare in strettissima sinergia con il “Gemelli” , anch’esso diventato Fondazione.
«Le dichiarazioni di Sen – ha detto il direttore generale della Fondazione Mario Zappia – sono la conferma che il sistema sanitario italiano concepito con la concorrenza del pubblico e del privato accreditato, cioè con gli stessi requisiti del pubblico, è uno dei migliori al mondo. Soprattutto – ha continuato – perchè universalistico. Quindi in Italia pubblico e privato coesistono e, se lavorano bene – ha detto ancora Zappia – danno ottimi risultati al cittadino che non si accorge della natura giuridica dell’ospedale. Poi – ha concluso – potremmo parlare e vedere se l’intero sistema funziona, se può essere sostenibile economicamente, su come salvare l’universalismo delle cure, ma questo è un altro discorso».