Compariranno giovedì mattina, davanti al Gup di Isernia, i vertici di Esattorie Spa, denunciati dalla Regione Molise, che si è costituita anche come parte civile, accusandoli di essersi appropriati di parte delle riscossioni del bollo auto che fino al concordato, era gestito dalla società isernina. Un’accusa tutta da dimostrare, chiaramente, perchè, a più riprese – anche nella fase del concordato gestita dall’avvocato Lucio Francario – la famiglia Marcucci avrebbe dimostrato la correttezza del proprio operato. In altri termini tutte le somme finite nel concordato, crediti e debiti, sono state certificate, quindi non ci sarebbe alcun peculato o truffa, come ipotizza l’accusa. Sono soldi finiti nel monte concordatario e quindi monitorati direttamente dal giudice fallimentare di Isernia. Comunque resta in piedi l’inchiesta della procura di Isernia e bisognerà dimostrare davanti al Gup la fondatezza delle tesi difensive. Ci sono poi altri due procedimenti paralleli, quello della procura di Viterbo, dove la ex Esattorie Spa gestiva la riscossione dei tributi comunali e quella della procura di Torino, dove i responsabili della ‘Esattorie spa’ di Isernia, sono indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta dei Carabinieri, chiamata ”Cartax”, sull’attivita’ della Gec spa e di societa’ collegate nel servizio di riscossione delle tasse automobilistiche, che portò all’arresto di 15 persone. «Ma mentre gli altri indagati rispondono del reato associativo – ha spiegato l’avvocato Luigi Iosa, legale della famiglia Marcucci insieme a Carlo Federico Grosso – i due isernini non sono tra i sodali e hanno un ruolo del tutto marginale. Inoltre il solo reato contestato dallo stesso pm ai due indagati, ammesso che sussista, non va investigato dalla Procura di Torino, ma senza dubbio in Molise».
Bollo auto, giovedì dal Gup i vertici di Esattorie accusati di truffa e peculato. La Regione parte civile
