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venerdì, Aprile 26, 2024

No alla festa della famiglia naturale. Il sindaco di Campobasso spiega le ragioni della bocciatura

AttualitàNo alla festa della famiglia naturale. Il sindaco di Campobasso spiega le ragioni della bocciatura

Il Consiglio Comunale ha dato prova di grande maturità politica nel decidere, alla fine di un approfondito e costruttivo dibattito, di non votare la mozione “di indirizzo a difesa della Famiglia naturale e volto a promuovere la celebrazione della Festa della Famiglia Naturale”, intesa come unione consacrata nel matrimonio (come chiarito e ribadito in aula). Ebbene, non poteva essere accolta a cuor leggero l’idea, ormai superata anche giuridicamente, di classificare come famiglie vere, di Serie A (cui dedicare una giornata di festa), solo quelle basate sul matrimonio e di escludere, quindi, dal novero tutte quelle basate su di un rapporto che, se pure stabile e, magari, allietato dalla nascita di figli, non ha trovato consacrazione nel vincolo matrimoniale.

Proprio ragionando su ciò che la stessa mozione, di fatto, riconosceva, ovvero che la famiglia “non è un’ideologia”, ma costituisce, ancor prima che un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, “una comunità di affetti e di solidarietà, in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo ed il benessere dei propri membri e di quelli della società … il luogo dove diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a crescere nella sapienza umana e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale”,  si è giunti alla convinzione che la celebrazione della Famiglia ‘perfetta’, mediante l’istituzione di una festa ad hoc, se da un lato nulla avrebbe potuto aggiungere alla forza ed alla centralità di quel modello -che non ha bisogno di essere ‘difeso’, ma di essere accompagnato e supportato-, dall’altro avrebbe scavato un fossato incolmabile rispetto all’universo di quei nuclei familiari che, seppure non consacrati nel matrimonio (oltrettutto non sempre possibile, come nel caso, ad esempio, di coppie formate da persone ancora legate da un precedente vincolo matrimoniale), non sono, per ciò solo, meno degne di sentirsi o di essere considerate famiglie, nell’accezione più alta e profonda che tale termine ha. Questa era la reale posta in gioco: non l’istituzione di una festa della Famiglia, come giornata in cui celebrare tutto quello che di straordinario essa è (non mancano, peraltro, giornate, assai care al mondo cattolico, in cui tale celebrazione già esiste), ma il riconoscimento di una superiorità, sul piano morale, affettivo ed educativo, legata esclusivamente alla celebrazione del matrimonio (che, purtroppo, di per sé non è garanzia di amore, comprensione, tutela e condivisione).

Anche grazie alla capacità di sapere scindere le proprie personali convinzioni (quelle che avevano indotto gran parte dei consiglieri di formazione cattolica a sottoscrivere la mozione) da quelle scelte che devono fondare gli atti amministrativi, che investono tutta la comunità cittadina e quanti, con le proprie peculiarità, ne fanno parte, e che non possono e non devono sentirsi oggetto di esclusione e di marginalizzazione, si è giunti alla decisione di fare prevalere un atteggiamento inclusivo e positivo, raccogliendo, rispetto a ciò, l’invito fatto, in occasione della visita pastorale in Cons. Comunale, dallo stesso Monsignor Bregantini, che, espressamente interpellato sulle questioni poste con la mozione, ha invitato il Consesso Consiliare a ‘volare alto’ quando si parla di famiglia, a tenere un atteggiamento di accoglienza ed inclusione, nel solco dell’insegnamento più profondo e genuino del cristianesimo (“il volto della Sindone e, dunque, il volto di Cristo, è il volto di ciascun essere umano”), a non dare importanza a questioni ingigantite ed esasperate, che non rappresentano i problemi veri dei cittadini e delle famiglie, che chiedono di essere sostenute sul piano economico e sociale, di essere messe in condizioni di potere crescere con amore e serenità i propri figli. Questo invito, giunto dopo un dibattito approfondito ed articolato, non ha fatto altro che confermare quanto sia importante abbandonare pregiudizi e chiusure, in nome di una fratellanza e solidarietà concreta, non solo raccontata, a testimonianza di come il mondo cattolico sia pervaso -grazie anche alla straordinaria umanità di un Papa, Papa Francesco, che non sale mai in cattedra per giudicare, ma si inchina di fronte a chi è più vulnerabile e bisognoso di essere sostenuto- da un rinnovato slancio alla empatia ed al dialogo. A questo slancio si sono ispirati quei consiglieri che, nel testimoniare con la loro quotidianità i profondi valori in cui credono, hanno deciso di non appoggiare più una posizione, che, facendo leva sulla insicurezza e sulla paura, poneva inutili barriere, per tenere fuori quelle ‘imperfette’ famiglie di fatto che, se pure non fondate sul matrimonio, sono luoghi di tutela, di valori, di attenzione e di condivisione e, dunque, meritevoli di essere, a loro volta, tutelate, sostenute ed incluse. Tutto ciò che di diverso viene raccontato, oltre che trovare smentita nelle trascrizioni del dibattito consiliare, è frutto del naturale, quanto prevedibile, gioco delle parti.

 

 

Antonio Battista – Sindaco Campobasso

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