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sabato, Aprile 27, 2024

“M’arecord”: la rock-star Madonna nella versione di Biscardi

Editoriali"M'arecord": la rock-star Madonna nella versione di Biscardi

di Claudio de Luca

In queste ultime settimane Madonna è ritornata alla ribalta della cronaca del mondo dello spettacolo. Ricordo che, negli Anni ’80, la cantante doveva esibirsi a Roma e che la Stampa si scatenò per anticipare e per seguire l’evento. Tutti sapevano che l’artista era originaria di Pacentro, in Abruzzo, ma il vostro cronista riuscì a “scoprire” qualcosa che avrebbe potuto ribaltarne l’origine ponendo Larino qual sua “Patria”. Il cognome della rock-star era “Ciccone” ed il centro molisano era (com’è) pieno di persone che portano questo cognome. Da una ricerca effettuata nell’Archivio storico comunale, appresi che (nove mesi prima che la “star” vedesse la luce) suo papà aveva soggiornato per un intero semestre nel capoluogo frentano al fine di esercitarvi le attività stagionali nel settore agricolo. Riuscii, non so come, a rinvenire persino alcune foto del famoso babbo, scattate mentre era intento a legare un covone di spighe di grano. Mostrai quei documenti alla telecamera del Tg Rai Molise che mi aveva intervistato, semplicemente “ipotizzando” la possibilità di un’avventura sentimentale del Ciccone nel centro frentano da cui, poi, sarebbe nataVeronica. All’epoca scrivevo per IL MATTINO di Napoli e redassi un articolo che finì in pagina nazionale, ma con la firma di una nota giornalista napoletana. Il “pezzo” fu letto dal larinese Aldo Biscardi, all’àpice della notorietà nazionale grazie al “Processo del lunedì”. Nel contempo vennero pubblicati ampi servizi sulla gran parte dei quotidiani, e “Novella 2000” realizzò persino un “rèportage”, riccamente corredato da istantanee in cui campeggiavano i presunti parenti frentani di Madonna. Quale larinese illustre “Pél di carota” comprese che avrebbe dovuto cavalcare la tigre; e, profittando delle sue conoscenze, fece convergere su Larino il “Ghota” del giornalismo nazionale. Arrivarono gli inviati di “Repubblica”, del “Corriere della sera”, del TG 2, del “Messaggero”, di “Oggi”, ed altri ancora di cui non ricordo i nomi. Biscardi ne presiedette la riunione, che si tenne in casa del cognato Umberto Ricci sul Monte Arone a Larino. Per oltre un’ora parlò da par suo, ma quei lambiccati argomenti non riuscirono a convincere tutti. Tant’è vero che solo il quotidiano di Scalfari pubblicò un servizio con tanti “se” e molti ”ma”; qualcosa d’altro vide la luce sul “Messaggero”, mentre il serio “Oggi” non pubblicò una riga. Ricordo che, quel giorno, il famoso “anchor man” sportivo, sentitosi confinato all’angolo come un pugile suonato, tentò una carta “definitiva”, meditata da par suo. Disse, più o meno:”Mi dovete credere. Io ho raccontato tutta la verità. Purtroppo mi potrebbe supportare un’unica testimonianza: quella del Parroco della Cattedrale. Ma questi è vincolato dal segreto della confessione e non potrà confermare quanto ho riferito sinora”. E così riteneva di avere chiuso il cerchio. Senonché il riottoso inviato del settimanale rizzoliano osò sfidarlo e, categoricamente, disse:”Andiamo dal prete!”. All’epoca la Parrocchia di S. Pardo era retta dal defunto don Aristide Vitiello che, nonostante il suo notorio carattere fumino, fu molto diplomatico e fornì alla comitiva l’indirizzo di un tale del centro storico cittadino che avrebbe potuto confermare la fantasiosa versione appoggiata dall’Aldo nazionale sulla nascita di Madonna. Però, quando il presunto testimone aprì l’uscio, e vide tante persone bercianti, dapprima si affrettò a chiudere la porta; e poi, avendo equivocato sulla “pericolosa” e chiassosa presenza, la riaprì brandendo minacciosamente una scopa di saggina, minacciando tutti, senza distinzioni di testata. I pochi articoli pubblicati fecero “salire” le azioni di Larino sulla cronaca nazionale; ma gli effetti durarono solo qualche giorno. Infatti, giunta l’ora del concerto romano, trasmesso in diretta da Rai 1, la Ciccone, intervistata prima dell’esibizione, alla domanda:”Lei di dov’è esattamente?”, rispose senza alcuna esitazione:”Sono di Pacentro, un comune abruzzese dove ho ancora dei parenti”. E così finirono anche le fantasiose “verità” costruite da Aldo Biscardi per esaltare il suo Paese natìo

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