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sabato, Aprile 27, 2024

“Teco vorrei”, processione del Venerdì Santo e Settenario: Giovanni Mascia illustra storia e nuovi risvolti in un incontro a Campobasso

Attualità"Teco vorrei", processione del Venerdì Santo e Settenario: Giovanni Mascia illustra storia e nuovi risvolti in un incontro a Campobasso

La conversazione di Giovanni Mascia, in programma mercoledì 20 marzo, in via Emilia 2 a Campobasso, nella sede dell’Associazione “Il nostro quartiere San Giovanni”, verterà sul “Teco vorrei, il famoso inno di Michele De Nigris, struggente colonna sonora dell’imponente processione del Venerdì Santo, appuntamento imperdibile a Campobasso, a chiusura delle tradizioni quaresimali imperniate su altre due celebrazioni di pari impatto emotivo.

L’evento rientra tra gli appuntamenti dell’Associazione denominati narrazioni periferiche.

Mascia si concentrerà, nella sua disamina, su alcuni aspetti salienti:

– La Via Crucis del Metastasio musicata dal De Nigris, cantata solennemente tutti i venerdì di quaresima a Santa Maria della Croce, e tutte le domeniche in Cattedrale.

– L’Inno all’Addolorata (Oh di Gerico beata), popolarmente detto Zuchetazzù, altra composizione del de Nigris, altrettanto imponente e suggestiva, per tenori e baritono solisti, coro e orchestra di archi e fiati, la quale come ogni anno è riproposta a Santa Maria della Croce in queste sette sere antecedenti la ricorrenza dell’Addolorata, che cade venerdì prossimo, antivigilia della Domenica delle Palme.

“Giusto omaggio a Michele De Nigris, quindi – ha spiegato Mascia – che va riconosciuto emblema dell’arte cittadina insieme a Paolo Saverio Di Zinno, scultore e realizzatore delle macchine processionali dei Misteri del Corpus Domini. E giusto omaggio al “Teco vorrei” e alla processione del Venerdì Santo, che con la sfilata dei Misteri, costituisce il lascito più alto e importante dei ricco patrimonio di arte e tradizioni del capoluogo regionale. Nel corso della conversazione – ha concluso Giovanni Mascia, studioso di storia –  verrà presentato un importante documento del 1845, riferito al già ricordato Inno all’Addolorata (Oh di Gerico beata). Il documento revoca la paternità del testo attribuita al De Nigris, ponendo anche qualche dubbio sulla paternità della musica che il musicista campobassano compose 45 anni dopo (1890/1891).”

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