Sono diverse le tradizioni frosolonesi che sfidano il tempo. Tra queste spiccano i fuochi che vengono accesi in onore di San Michele Arcangelo. In ogni rione e nelle borgate quasi si fa a gara nel preparare il falò più grande. In passato, quando davvero ci si divertiva con poco, questa era l’occasione per passare una serata insieme, al termine del lungo inverno. Oggi invece rappresenta un segno distintivo di questa comunità. Il tempo solo in parte sembra essere passato. Ci si ritrova davanti ai fuochi sempre con lo stesso spirito, con la voglia di mettere da parte i pensieri e lasciarsi trasportare dal contagioso clima di allegria. La prima cosa che si nota è l’ospitalità: a tutte le persone che si spostano da un falò all’altro viene offerta qualcosa da mangiare o un bicchiere di vino. Giovani e meno giovani allietano la serata con musiche e canti. Una festa coinvolgente: anche chi per motivi di lavoro ha passato parte della sua vita lontano da Frosolone, non solo conserva nel cuore i ricordi dell’infanzia, ma fa anche in modo di riviverli. Quest’anno molte persone sono infatti tornate da Roma. A questa ricorrenza sono legati anche curiosi aneddoti, come ad esempio i furti di legna. Le denunce fioccavano, raccontano divertiti quelli che nel dopoguerra erano solo dei ragazzini. Ma molti facevano finta di nulla: sapevano che quella legna sarebbe servita per i falò di San Michele.
Frosolone rivive la tradizione dei fuochi di San Michele Arcangelo
