21.4 C
Campobasso
domenica, Aprile 28, 2024

Colpo di mano sullo Statuto regionale. Pronta la modifica per stabilizzare Micone e l’ufficio di Presidenza

AperturaColpo di mano sullo Statuto regionale. Pronta la modifica per stabilizzare Micone e l'ufficio di Presidenza

di GIOVANNI MINICOZZI

Il Presidente della Regione, Donato Toma, nella sua funzione di consigliere regionale, ha presentato lo scorso 12 Settembre una proposta di Legge per modificare l’Art. 24 dello Statuto in vigore. In sostanza,  Toma intende abrogare tre commi del citato articolo per eliminare l’elezione di metà mandato del Presidente del Consiglio e dell’intero ufficio di Presidenza affidato all’inizio della legislatura a Salvatore Micone presidente, Gianluca Cefaratti e Patrizia Manzo vice presidenti, Filomena Calenda e Vittorio Nola segretari.

La proposta del governatore è stata assegnata alla Prima Commissione di Palazzo d’Aimmo presieduta da Andrea Di Lucente il quale, per disposizione dello stesso Salvatore Micone, ha trenta giorni di tempo per concludere il procedimento e, dunque, di fatto è stata chiesta la procedura d’urgenza. Naturalmente la modifica statutaria richiede la doppia approvazione dell’aula nonché tre mesi di tempo per l’eventuale richiesta di Referendum. Nelle prime tre votazioni è necessaria la maggioranza qualificata di due terzi, ovvero di quattordici consiglieri regionali favorevoli alla modifica ma alle votazioni successive basta la maggioranza semplice. A meno di inciuci con il M5s, sempre possibili, e considerato che il Pd non fa parte dell’ufficio di Presidenza dal quale resterebbe fuori per cinque anni, è prevedibile che la modifica chiesta da Toma venga approvata dalla sola maggioranza di centrodestra.

La prima Commissione ha nominato il relatore nella persona del suo Presidente Andrea Di Lucente e lunedì prossimo potrebbe già licenziare con parere favorevole il provvedimento per inviarlo alla discussione dell’aula. Dunque, la possibilità che il Presidente Micone e gli altri quattro componenti dell’ufficio di Presidenza restino in carica per cinque anni appare scontata, archiviando in tal modo tutte le promesse di avvicendamento di metà mandato fatte per riequilibrare la maggioranza. Secondo la relazione che accompagna la proposta di modifica statutaria, però, la norma serve proprio per mantenere gli attuali assetti perché, è scritto testualmente, “la maggioranza scelta dagli elettori è quasi impossibile che subisca cambiamenti radicali prima di nuove elezioni“. Ma non è affatto così! La riforma Costituzionale del titolo quinto prevede proprio che il Presidente della Regione non può cambiare, pena la decadenza dell’intero Consiglio, ma può cambiare la maggioranza che lo sostiene. Peraltro, basta osservare quanto accaduto con i transfughi passati con Frattura e poi tornati all’ovile di Donato Toma, primo tra tutti proprio il Presidente del Consiglio, Salvatore Micone, ma anche tanti altri ex sostenitori di Paolo Frattura traslocati nel regno di Donato Toma. Restano, infine, i dubbi di un colpo di mano sullo Statuto sia per l’urgenza chiesta sul provvedimento, considerate le tante emergenze irrisolte del Molise che avrebbero davvero carattere di urgenza, sia per la legittimità costituzionale di prorogare l’incarico a persone elette dal consiglio regionale per due anni e mezzo e non per cinque.
Un pasticcio del quale non si comprendono le vere motivazioni se non quella di stabilizzare l’ottimo Salvatore Micone per 5 anni al vertice del Consiglio regionale.

Ultime Notizie