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venerdì, Maggio 3, 2024

Limosano torna Diocesi, la comunicazione dal Vaticano

AttualitàLimosano torna Diocesi, la comunicazione dal Vaticano

Limosanus è il nome latino assegnato, dalla congregazione dei Vescovi, alla Curia di Limosano. A erigere in sede titolare l’antica diocesi, disponendone l’inserimento nell’elenco, è stato Papa Francesco. La comunicazione all’arcivescovo Bregantini è arrivata dal Vaticano. Lo stesso Bregantini l’ha poi letta e consegnata al sindaco di Limosano Angela Amoroso. Un riconoscimento che affonda le radici nel medioevo, tra il 1100 e il 1200, quando a conferire a Limosano il titolo di Diocesi fu Papa Onorio III. Si era dunque in pieno medioevo, con i tumulti, e durante il suo pontificato nacque colui che ascese al soglio di Pietro con il nome di Celestino V, abate di Santa Maria di Faifili, Montagano. Secondo le cronache vide la luce in terra molisana, forse non molto lontano da Limosano, a Sant’Angelo Limosano, ma anche Isernia rivendica i natali di Pietro Angelerio. Successivamente pure Sant’Angelo in Grotte.
Dalla Curia di Campobasso fanno sapere che la chiesa di Santa Maria Maggiore, a Limosano, la più antica, con la sua critpta e gli affreschi, quasi sicuramente risalente all’anno mille, sarà la sede titolare per accogliere il vescovo che a breve verrà eletto. L’Ufficio Tecnico diocesano chiamato ad attivare azioni mirate per completare la ricostruzione, messa in sicurezza e ristrutturazione dell’edificio.
Il sindaco del paese Angela Amoroso ha parlate di un conferimento che oltre a un significato ecclesiale, culturale e sociale, intende essere anche valorizzazione dei campanili dei borghi molisani, i quali rappresentano la forte identità dei piccoli comuni, caratterizzati da salda fede e forte devozione popolare. «Un titolo – ha continuato la prima cittadina di Limosano – che è segno di continuità, memoria del passato che guarda con progettualità al presente e al futuro».
Bregantini ha usato due parole: Responsabilità e onore, sottolineando la gratitudine a un territorio che patisce spopolamento e abbandono. «Occorre ora sensibilizzare e attivare la rete delle istituzioni affinchè la Chiesa di Santa Maria Maggiore ritorni al suo splendore e sia riconsacrata».

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