Torna giovedì prossimo nell’aula del Consiglio regionale la legge istitutiva dell’Egam, l’ente regionale per la gestione delle risorse idriche molisane. Siamo ormai alle battute finali di una farsa che potrebbe trasformarsi in tragedia per Frattura e soci. Dalla maggioranza già nel corso delle sedute precedenti si è levato un fuoco amico che ha impallinato Frattura come un fagiano, tanto è vero che l’esame del provvedimento è stato oggetto di un tira e molla tra sedute ed emendamenti che ne hanno snaturato l’intero impianto. Davanti al caos che si è creato, il centrodestra al compatto capeggiato da Michele Iorio tira una riga netta e dritta: la legge va ritirata – è questa la richiesta che viene formulata dall’ex governatore – diversamente, se sarà necessario, faremo mancare in aula il numero legale. Insomma, Iorio non ci sta a fare la stampella di una maggioranza che traballa.
Comunque la si giri, quella dell’Egam appare più una storia di vino che una storia di acqua. A farlo pensare è lo stato di confusione mentale in cui brancola parte del centrosinistra e il clima da cantina che si è creato. I numeri parlano chiaro. Se gli eretici della maggioranza – Patraroia, Scarabeo, Lattanzio, Niro e Totaro – manterranno le loro posizioni, queste di unirebbero ai due voti dei cinque stelle e ai quattro del centrodestra. In totale fa undici voti, quanto basta a silurare Frattura e ad aprire in coda alla legislatura una crisi politica dagli esiti incerti. Insomma dopo avere impallinato il fagiano Frattura il fuoco amico dei compagni dissidenti potrebbe cominciare la cottura allo spiedo.
