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venerdì, Maggio 3, 2024

All’istituto Manzoni il progetto “Il bello e la musica” di Annunziata D’Alessio

EvidenzaAll'istituto Manzoni il progetto "Il bello e la musica" di Annunziata D'Alessio

di ANNUNZIATA D’ALESSIO

Dopo l’esperimento-esordio nel 2012 a Venezia, il progetto “Il bello e la musica” è tornato a far parlare di sé: lo sta facendo in Molise con tutto il valore di una iniziativa-evento. A goderne sono i nostri ragazzi nelle scuole.

Due note su contrappunti musicali, chiaroscuri della pittura e non solo…per rendere merito
alle scuole che ⎼ come l’Istituto Comprensivo Statale “A. Manzoni” (Cercemaggiore-Sepino) ⎼ hanno manifestato la disponibilità necessaria ad accogliere una proposta culturale fra le più innovative in Italia. Un progetto didattico-musicale ambizioso che promuove il benessere dello studente contemperando, nella sua formula completa, il piacere della musicoterapia, la messa in scena di rappresentazioni teatrali e l’educazione all’ascolto. Quest’ultima, nel particolare, presenta una virtuosa analisi di rapporto fra musica e arte, cercando di coglierne il sostrato comune nelle rispettive capacità evocative. Tutte attività legate da una logica circolare, quella del “bello” nei
suoi vari aspetti, in cui recuperare il concetto di bellezza significa avviare un percorso verso
il senso della stessa e la sua possibilità di tornare a essere espressione dell’umano sentire.
La nostra epoca per le scuole è l’epoca dei progetti: non si è mai avuta un’offerta formativa così ampia e diversificata. Esiste un progetto su ogni tema, gusto o interesse…Ma trattasi di vera “formazione” in campo?!
Schopenhauer diceva che la musica pura è una totalità e questa definizione consentirebbe di per sé
a un tale progetto di aprire la strada nella direzione d’infinite riflessioni sul mondo intero.
Singolare e coraggiosa la scelta della “Serenissima” di approdare con la sua iniziativa
⎼ intesa come arte della comunicazione ⎼ nella terra dei nostri Sanniti: popolo difficile, di rudi pastori, dalla storica fama guerriera, certo distante anni luce dalla sobria e nobile ratio romana,
che pose loro sotto il giogo della “civiltà”.
A distanza di secoli, pertanto, resta da chiedersi non quanto una proposta del genere possa darci,
ma semmai quanto le scuole di oggi siano in grado di approfittarne per lasciare spazio nelle classi a un’occasione: quella di guardarsi intorno e far cadere l’attenzione sul “brutto” che c’è!
Sono la mosca bianca che pensa nei termini di una formazione da maturarsi attraverso le materie che s’insegnano, al fine di tradurle in verità d’azione nell’uomo di ogni tempo. Quale il senso della letteratura, dell’arte, della musica, se non quello di ricordare ai nostri ragazzi che “ bellezza è verità e verità è bellezza”?! Se non ci preoccupiamo, a monte, di recuperare versi come questi per  spiegarli calandoli nella realtà sociale, mettendoli poi in relazione con interventi didattici di analoga visione d’insieme, allora non chiediamoci perché non nascano ormai più altri Keats, Mozart o Schopenhauer …Il problema non è se nascono o meno, ma che non abbiamo più la sensibilità culturale per crescerli o peggio per riconoscerli.

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