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venerdì, Aprile 26, 2024

Strage Nizza: Don Pasquale attacca igli slamici su facebook, poi si scusa

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Il parroco di Forli del Sannio (Isernia) don Pasquale Giampaglia (da Facebook)Su Facebook si era scatenato il putiferio, dopo le esternazioni di Don Pasquale Giampaglia, il 44enne parroco di Forli del Sannio. «Questi islamici non li sopporto e mi sono intollerabili, se fossi americano voterei Trump», aveva scritto a poche ore dalla strage di Nizza. Frasi che hanno fatto il giro d’Italia. Frasi dette da un uomo di Chiesa, quella Chiesa rappresentata da Papa Francesco che parla di accoglienza e tolleranza. Tanti i like al post del prete, tra cui il plauso del leader della Lega Nord Salvini, ma tante anche le critiche e lo sdegno. Questo prima che il profilo di Don Pasquale venisse chiuso, segnalato da qualche utente. Lo stesso parroco, nei posto successivi si era assunto la responsabilità di quanto affermato, invitando chi si sentisse offeso a rivolgersi alle autorità ecclesiastiche.
Passata qualche ora il netto dietrofront del sacerdote originario di Castellammare di Stabia. Scuse, pentimento, ritrattazione di quello che aveva scritto, compresa la frase in cui affermava di quel «dovere d’ufficio» che l’avrebbe costretto a parlare sempre di tolleranza e di essere felice di venire definito razzista. Frasi pesanti in bocca a chi dovrebbe essere il tramite del messaggio di Cristo, del Vangelo che parla di amore, perdono, fratellanza e mai di generalizzazione.
Insomma Don Pasquale ha innestato la retromarcia e in maniera brusca ha cercato di rimettersi in carreggiata. Ma il buco pare più grande della toppa. Ad ogni modo, il prete ha detto di avre scritto quelle parole su facebook di getto, sull’onda emotiva. «Vedere quanto accaduto a Nizza, i morti, i bambini, mi ha profondamente turbato – ha aggiunto – tanta atrocità ha offuscato la mia ragione, confesso di aver dato libero sfogo alla rabbia che quelle scene mi hanno suscitato, di essere stato impulsivo e imprudente». Quindi l’ammissione di aver usato un tono inaccettabile, di aver fatto prevalere la rabbia sulla ragione e il cuore e le scuse agli internauti e soprattutto agli islamici. «Non era mia intenzione prionunciare giudizi irriverenti su nessuna confessione religiosa – ha continuato Don Pasquale Giampaglia – tanto meno sull’Islam. Sono convinto che vada condannata la violenza dell’Isis e non l’Islam, che è una religione di pace».
Il parroco poi ha evidenziato che quello che ha scritto non corrisponde al suo pensiero di sacerdote nè al suo cuore di di cristiano e che come ogni essere umano sente suoi i sentimenti di tolleranza e fraternità.
Poi il passo indietro deciso sulle sue frasi più dure, affemando di riconoscersi lontano dall’essere razzista e che le sue parole di smentita non sono frutto di un dovere d’ufficio, ma scaturiscono dalle sue opinioni. Don Pasquale ha concluso il «mea culpa» dicendo che nella sua vita ha avuto modo accogliere fratelli di ogni confessione religiosa.
Resta il fatto che spesso le parole feriscono come le armi e sui social possono avere un effetto devastante.

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