Due mesi fa era stata la stessa Petrolceltic a presentare istanza di rinuncia al permesso per la ricerca di idrocarburi che gli era stata concessa dal Ministero al largo delle Isole Tremiti, in piena riserva marina. Un interesse venuto meno, il crollo dei prezzi del greggio e i problemi economici della società irlandese alla base della rinuncia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ad associazioni e movimenti che già si erano mobilitati in difesa del mare delle Diomedee. Ora è arrivata anche l’ufficialità perchè il Ministero ha comunicato al Comune di Termoli di aver accettato la rinuncia. La nota arriva proprio nei giorni in cui si è riaccesa la polemica sulla politica del Governo che ha deciso di ridare il via alle trivellazioni in mare. Argomento quanto mai attuale in vista del referendum del 17 aprile dove votando ‘sì’ viene abrogata la norma secondo cui i possessori di concessioni di estrazioni petrolifere e minerarie in mare possono continuare lo sfruttamento dei giacimenti fino al loro esaurimento. In precedenza invece le concessioni erano trentennali. Il referendum sta scatenando polemiche anche in Regione per la scarsa pubblicità al voto con la pressochè inesistente comunicazione istituzionale. Ma anche a Termoli il dibattito non manca. Simone Coscia, coordinatore cittadino di Sel critica la commistione tra Governo e lobby e allo stesso tempo punta il dito contro il silenzio a partire da quello del sindaco Angelo Sbrocca, a quello «dei nostri roboanti parlamentari che – aggiunge – promettono fondi, sviluppo e tutela della pesca e poi corrono a Roma a votare le trivelle governative». Sul silenzio del sindaco di Termoli si scaglia anche il consigliere del Nuovo Centro destra Antonio Di Brino annunciando, invece, il suo ‘si’ al referendum del 17 aprile.
Accettata la rinuncia di Petrolceltic a trivellare il mare delle Tremiti: intanto il referendum accende la polemica
