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mercoledì, Maggio 8, 2024

Isernia, impiegati comunali sottochiave Sbarrato il portone di Palazzo San Francesco

AperturaIsernia, impiegati comunali sottochiave Sbarrato il portone di Palazzo San Francesco

di ENZO DI GAETANO

municipioMa sono davvero così lavativi e assenteisti i dipendenti del comune di Isernia?
Il dubbio, per non dire la certezza, sembrano appartenere al commissario prefettizio, Vittorio Saladino, che, nel giro di poche settimane dal suo insediamento, ha dato una stretta feroce e determinata alle tacite norme che, fino ad oggi, avevano regolato tempi e ritmi a Palazzo San Francesco, storica sede prima di un convento e poi del Comune di Isernia.
Magari Saladino avrà pensato che quel convento era di clausura e così si è rapidamente adeguato. Infatti, senza avvertire nessuno, tanto meno la cittadinanza, che aveva diritto ad essere informata, il commissario ha sbarrato lo storico portone in legno massiccio di Palazzo San Francesco. Da lì non entra e non esce più nessuno.
Si passa esclusivamente per un’entrata laterale,
controllata a vista da una funzionaria inflessibile che non fa sconti a nessuno.
Si entra solo per un valido motivo, comunicando l’ufficio e il motivo dell’ingresso, ricevendo un cartellino di riconoscimento. Non sono previste eccezioni, non si bivacca più tra i corridoi di Palazzo San Francesco, dove prima spesso si incontravano decine di persone, per lo più bisognose, in cerca di lavoro, di una casa o di qualcosa da mettere sotto i denti. Da oggi si cambia registro: non entra più nessuno, se non per validi motivi. Magari sarà anche giusto, ma fa un certo effetto, dopo secoli di porte aperte, vedere all’improvviso Palazzo San Francesco chiuso a doppia mandata.
È chiaro che c’è anche un’altra motivazione: quella del controllo degli impiegati che, magari, si allontanavano solo per prendere il caffè o fumare una sigaretta.
Ma meritavano questo trattamento, anche di fornte alla pubblica opinione, i dipendenti comunali di Isernia, o si è esagerato un po’?
Non possiamo dirlo, ma resta il fatto che gli autori del blitz novembrino sono il commissario Saladino e il suo vice Incollingo che, intanto, si sono fissati la loro indennità: prenderanno tremila euro al mese il primo e duemila il secondo. Per questo nessun ritardo, mentre i poveri impiegati, colpevolizzati, accusati e vituperati, ma innocenti fino a prova contraria, restano ancora in attesa delle competenze accessorie e degli straordinari mai pagati fino ad oggi. L’impressione è che si voglia far pagare a qualcuno, che non c’entra nulla, le colpe di una classe politica locale, incompetente, rissosa e inconcludente, che nel giro di due anni ha mandato in rovina la città di Isernia.

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