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venerdì, Maggio 3, 2024

Larino, sospesi fino al 31 agosto i ricoveri al reparto di Chirurgia generale. Monta la protesta

AttualitàLarino, sospesi fino al 31 agosto i ricoveri al reparto di Chirurgia generale. Monta la protesta

Il provvedimento adottato dalla direzione aziendale scatta da questa settimana. Fino al 31 agosto sono sospesi i ricoveri ordinari al reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Vietri di Larino. In sostanza non si possono accettare pazienti per quanto riguarda i ricoveri programmati e per le urgenze: tutto viene dirottato sull’ospedale più vicino, il San Timoteo di Termoli.

Alla base della disposizione a carattere temporaneo ci sono motivi gestionali e di organizzazione del personale nel periodo estivo che hanno portato i vertici dell’azienda a bloccare le attività nel reparto diretto da Giovanni Fabrizio. Sono garantiti i servizi di day surgery e le attività ambulatoriali.

Un provvedimento che ha subito sollevato le proteste e le perplessità del Comitato pro Vietri e dell’amministrazione comunale che in mattinata hanno raggiunto l’ospedale per verificare l’esecutività dell’atto aziendale in una struttura già ridimensionata dai tagli. ”Questo atto ci sembra sospetto – ha osservato il presidente del Comitato, Pardo Spina – cercheremo da verificare da vicino tutto quello che succederà nelle prossime settimane e – ha aggiunto – non escludiamo azioni legali perché crediamo che così facendo si rischi di andare verso il peggio, la popolazione di questo territorio – ha concluso Spina – non merita questo e la sanità va difesa con tutte le nostre forze”.

Per l’amministrazione guidata dal sindaco, Vincenzo Notarangelo, si tratta, in attesa delle verifiche, di un atto che penalizza fortemente l’ospedale di Larino: ”Chiediamo il ripristino della situazione – ha affermato l’assessore Michele Palmieri – per garantire un servizio di qualità peraltro in un periodo di maggiore afflusso quale l’estate e in una parte di territorio dove – ha osservato Palmieri – operano due ospedali pubblici, non ci sono strutture private e e sono a rischio i livelli essenziali di assistenza”.

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