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venerdì, Maggio 3, 2024

Sanità nel caos, il balletto dei posti letto e le promesse mancate nella ‘nuova era’ Frattura

AperturaSanità nel caos, il balletto dei posti letto e le promesse mancate nella 'nuova era' Frattura

di Pasquale Bartolomeo (direttore ‘Isernianews’)

Ritardi, criticità, inadempienze, debito in aumento, battaglie legali, bocciature della Regione Molise dal tavolo tecnico nazionale,ospedali pubblici smantellati, promesse disattese, Consiglio regionale – competente per legge in materia di salute – estromesso dal dibattito: la ‘nuova’ sanità del governatore tra confusione e proteste di sindaci e comitati: “Il presidente della Regione non ha mantenuto gli impegni”

Un vero e proprio balletto di annunci e smentite,  accompagnato dal medesimo balletto dei posti letto da assegnare agli ospedali molisani: ben quattro proposte di riorganizzazione della sanità nel giro di pochi mesi e ancora dubbi e misteri sul futuro delle strutture sanitarie regionali, mentre il dissenso di cittadini, sindaci e comitati cresce di giorno in giorno. La sanità del governatore-commissario Frattura è nel caosE lo è ancor di più dopo che il Piano di riorganizzazione aziendale – redatto dall’Asrem il 19 dicembre 2013 – è diventato di dominio pubblico: poche parole, la razionalizzazione della rete ospedaliera, quindi la riduzione dei posti letto, “hanno inciso – si legge nel Piano – in primis sugli assetti istituzionali della azienda sanitaria pubblica; si è trattato di accorpamenti, riconversioni funzionali o dismissioni che hanno riguardato in prevalenza strutture di limitate dimensioni in termini di dotazione e attività (ospedali di Venafro, Larino e Agnone)”. Pochi anche i dubbi sul futuro delle strutture pubbliche, se il documento Asrem dovesse essere definitivamente approvato: “Il fine istituzionale di tutela della salute del Sistema sanitario regionale – si legge nell’atto – non è un compito esclusivo del sistema pubblico, ma è un obiettivo dell’intero sistema sociale, cui concorrono soggetti pubblici e privati, anche se con ruoli diversi in ragione della tipologia e del numero delle strutture presenti nella Regione”. Detto, fatto: così, partendo dai posti letto ordinari già assegnati agli istituti privati accreditati – e non il contrario, assegnandoli cioè prima agli ospedali pubblici – il documento Asrem passa a spalmarne i rimanenti sul Cardarelli di Campobasso, sul Veneziale di Isernia, sul San Timoteo di Termoli e sul Caracciolo di Agnone.

Triste destino, invece, per le strutture pubbliche di Larino e Venafro, il Vietri e il Santissimo Rosario: il piano azzera del tutto i posti letto ordinari a disposizione delle due strutture di periferia, gli ospedali – senza giri di parole – chiudono e con loro abbassano le serrande anche i rispettivi Pronto Soccorso. Insomma, alla faccia delle promesse e delle rassicurazioni fatte dagli attuali governanti in campagna elettorale. Ancora, Isernia e Termoli perdono l’Emodinamica, la Ginecologia e l’Anatomia Patologica: per entrambi, laboratori analisi declassati a unità semplici. Nel capoluogo pentro, inoltre, Oncologia, Urologia, Terapia intensiva, Pediatria, Oculistica, Neurochirurgia diverranno Unità operative semplici.Senza contare la perdita del Distretto sanitario, cioè l’ente che soddisfa tutti gli adempimenti burocratici ed amministrativi legati alla erogazione dei servizi sanitari territoriali (stessa sorte per Termoli). Il Cardarelli di Campobasso si fonde con la Ex Cattolica che ‘acquista’ e consolida ben sette reparti. A Larino resta soltanto l’ambulatorio di Oculistica, senza possibilità di ricovero. Il Caracciolo di Agnone riconvertito in presidio montano di rete. Spunta, poi, l’Unità operativa complessa regionale di neurochirurgia al Neuromed di Pozzilli: “L’attività svolta dall’Istituto – si legge nel documento di riorganizzazione – non sarà soggetta a rigidi tetti di spesa”. In totale, se il documento fosse adottato, il Molise perderebbe ben 359 posti letto, passando dagli attuali 1318 ai ‘nuovi’ 959 di cui 311 assegnati ai privati. Sui 224 posti letto per riabilitazione, invece, ben 136 – più del 50% – sarebbero assegnati alle strutture private accreditate.

Ma non finisce qui, perché solo pochi giorni prima del 19 dicembre 2013 – quando l’Asrem ha prodotto il ‘suo’ documento – il commissario-governatore Frattura trasmetteva al tavolo tecnico romano – in data 10 dicembre – il ‘suo’ Piano operativo contenente altri numeri: 463 posti letto ordinari assegnati al pubblico e 311 al privato. Il 10 giugno 2013, invece, sul tavolo dei ‘ragionieri’ romani arriva il Piano targato Carmine  Ruta, il commissario capitolino tanto osteggiato dal governatore a suon di ricorsi e carte bollate, che valorizzava gli ospedali pubblici – assegnando agli stessi ben 748 posti letto – a discapito delle strutture private cui sarebbero andati solo 186 posti. Altri numeri rispetto al Piano elaborato, ancor prima, dal commissario Filippo Basso: 539 posti letto per gli ospedali pubblici, 282 per quelli privati. In sintesi, numeri su numeri, commissari su commissari, proposte e controproposte: ma chi governa la sanità molisana? Perché il Consiglio regionale – cui spetta per legge l’elaborazione e l’approvazione del Piano sanitario regionale – viene sistematicamente estromesso? Quale sarà il destino delle strutture ospedaliere di Larino e Venafro? Che ruolo avrà la sanità privata rispetto a quella pubblica? Quali e quanti posti letto ordinari perderà il Molise? Qual è la proposta chiara e definitiva del governatore Frattura? Quale quella della sua maggioranza, che puntualmente ne prende le distanze?

Il 21 settembre 2010, Michele Petraroia – allora era un semplice consigliere di opposizione – scriveva e si interrogava: “Per aprire un confronto serio occorre sapere se la riorganizzazione complessiva risponde ai bisogni dei cittadini molisani e se il costo totale supera o meno la disponibilità dei fondi disponibili. In assenza di questo dato essenziale è inutile dibattere in termini astratti. Quanto costano tutte le strutture private e per quali prestazioni vengono rimborsate? In che percentuale trattasi di interventi di eccellenza e di alta specializzazione? La riconversione degli ospedali pubblici e il taglio di centinaia di posti letto quanto ha fatto calare o farà calare la spesa?“. Il 17 marzo 2012 –  ancora da consigliere regionale d’opposizione – Petraroia scriveva: “Se non si scioglie il nodo dell’inutilità del Tavolo Tecnico Nazionale, del ruolo dei Sub-Commissari ad acta e della vigilanza dei ministeri dell’Economia e della Salute sulla gestione operativa della sanità molisana e si lascia concentrato tutto il potere decisionale sostanziale nelle mani del presidente della Regione e del Direttore generale dell’Asrem, ritengo inefficace qualsiasi confronto sul nuovo Piano Sanitario“. Insomma, nella ‘nuova era’ Frattura, a ballare non sono solo i posti letto: ballano persino le posizioni di chi ieri diceva una cosa e oggi ne fa un’altra o, peggio ancora, preferisce tacere. Promettevano di fare la rivoluzione e di mettere in ordine la sanità molisana: la rivoluzione c’è stata, sì, ma ha portato finora solo caos e macerie.

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