di ANNA MARIA DI MATTEO
Il 2013 si chiude con un segno negativo per il settore del commercio. Un segno meno ancor più pesante dell’anno precedente.
Lo dicono i dati Istat, secondo i quali, nei primi mesi dell’anno, nel Molise, si è registrata una flessione del 2,2% nelle vendite al dettaglio.
La crisi dunque continua a mordere, investendo tutti i settori economici, ma con maggiore incidenza proprio quello del commercio. Segno meno per l’arredamento, per la cartoleria, per le calzature, persino per il comparto farmaceutico. Ed anche il settore alimentare non si è salvato, subendo un calo dell’1,3% nel periodo compreso tra gennaio ed ottobre 2013. Dati dai quali emergono, con chiarezza, le difficoltà con le quali le famiglie vanno avanti.
E mentre fino allo scorso anno i consumatori rinunciavano ad acquistare il superfluo, tra cui abbigliamento ed accessori, nel corso del 2013 sono stati costretti a rivedere anche il budget destinato all’alimentazione. Insomma, carrelli della spesa sempre più vuoti ed acquisti sempre più oculati.
Commercio dunque in agonia, con piccoli esercizi commerciali che tentano di resistere alla crisi, e con la grande distribuzione ugualmente provata dagli effetti nefasti del lungo periodo di recessione che sta investendo il Paese e con centinaia e centinaia di posti di lavoro persi nel corso dell’anno che sta per chiudersi.
A reggere l’onda d’urto al momento sembrano essere solo i discount, dove i prezzi sono inferiori perché riferiti a prodotti non di marca. Ma il dato non può certo rappresentare un segnale positivo. Anzi, è l’emblema dell’impoverimento delle famiglie.
Gli operatori commerciali del Molise da anni sollecitano l’intervento della Regione a sostegno del settore, a partire dalla revisione della legge regionale che disciplina le aperture festive degli esercizi commerciali.
E chiedono che la ‘vertenza’ commercio sia una delle priorità da affrontare nel corso del 2014.
