Nella serata del 16 maggio scorso, verso le ore 22,00, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Isernia, sempre nell’ambito di un piano di coordinamento delle forze di polizia, disposto e diretto dal Prefetto di Isernia dr. Vincenzo Callea, stava procedendo al controllo di 6 persone di etnia rom che nel quartiere San Lazzaro erano assembrate, noncuranti delle disposizioni vigenti. I presenti, nelle fasi dell’identificazione, mostravano da subito disappunto all’operato dei militari opponendo loro resistenza e manifestando atteggiamento minaccioso con toni concitati tali da attirare l’attenzione di altri residenti, molti dei quali rom. tutti affacciati da i balconi e finestre. Altro Carabiniere, libero dal servizio, aveva assistito ai fatti e subito, senza pensarci due volte, nell’intento di dare man forte ai colleghi, richiedeva l’intervento delle altre pattuglie della Radiomobile in circuito e si precipitava a dare manforte ai colleghi in difficoltà . Costui, in abiti civili, già noto alle persone sottoposte al controllo, si qualificava formalmente quale Carabiniere, venendo aggredito da tre di essi, di cui mentre due agivano fisicamente con un forte schiaffo e spintoni contro un muro, un altro uomo attivamente si opponeva ma senza colpire il Carabiniere. Il militare riusciva tuttavia a sottrarsi all’azione, anche grazie all’immediato intervento dei colleghi della sezione radiomobile della Compagnia CC di Isernia, giunti numerosi in ausilio, riuscendo ad immobilizzare i due autori dell’aggressione che venivano condotti in caserma. Il militare aggredito veniva accompagnato presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Isernia in quanto aveva riportato un trauma contusivo al volto e lì medicato. Per le motivazioni indicate i due che si erano resi responsabili dei reati di lesioni personali aggravate in concorso e resistenza a P.U. venivano dichiarati in stato di arresto e condotti presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’A.G. procedente mentre l’altro concorrente denunciato in stato di libertà per il reato di resistenza a Pubblico ufficiale.