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domenica, Aprile 28, 2024

Oltre 500 mila i rom e sinti che furono uccisi tra il 1938 e il 1945 per mano dei nazisti e dei loro alleati.

Il samudaripen è la parola che definisce questo genocidio, è il termine che le popolazioni romanì usano per non dimenticare le atrocità vissute dalla propria gente nei campi di concentramento.

Ad Isernia l’ associazione Rom In Progress, in collaborazione con la Cooperativa il Geco e l’Istituto Isis Cuoco Manuppella, hanno riproposto attraverso testimonianze, racconti, poesie ed opere d’arte questa tragica parte della storia partendo dalla scuola.

L’importanza di tale manifestazione risiede non solo nell’elevato valore storico e morale della memoria ma anche, soprattutto, nella presa di coscienza che anche molti rom e sinti sono stati coinvolti nella deportazione della seconda guerra mondiale.

“Perché è importante per noi riproporre questa iniziativa?

Non solo per portare avanti temi importanti sull’inclusione ma soprattutto per ricordare che manca un pezzo di storia che non è stata mai scritta sui libri di storia e mai raccontata, quel pezzo di storia, di umanità che ancora oggi grida giustizia.

Oggi deve essere un giorno IMPORTANTE POICHE LA NOSTRA VOCE SIA LA VOCE DI CHI QUEL GIORNO NON L’HA AVUTO” ha commentato Sara Cetty presidente Rom In progress.

Durante la manifestazione è stato presentato per la prima volta in Italia l’abito dedicato alla Memoria Storica Del Samudaripen, Ideato da Seo Ciz mic e dalla Stilista Sara Cetty. Quest’ opera vuole rappresentare il dolore e la memoria di chi ancora porta cicatrici sulla propria pelle.

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