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venerdì, Maggio 3, 2024

Regionali, da 5 Stelle e PD silenzio tattico sui nomi

AperturaRegionali, da 5 Stelle e PD silenzio tattico sui nomi

E’ il gioco del silenzio la novità che arriva dal tavolo di un centrosinistra impegnato da settimane, se non da mesi, nella ricerca di una candidato alla Presidenza della Regione. Con una nota a firma congiunta diramata alle 8 e 08 del mattino, in pratica all’alba per i ritmi della politica, Antonio Federico, coordinatore regionale del M5S e Vittorino Facciolla, segretario regionale del PD, hanno messo a tacere ogni ipotesi sui nomi che sono circolati nei giorni scorsi. “I racconti e le ricostruzioni che in queste ore si soffermano su qualsivoglia candidatura – scrivono i due – sono da ritenersi non veritieri, perché non rispondono alla realtà dei fatti”. Questa la conclusione alla quale i due segretari giungono dopo aver anteposto la seguente premessa pitagorica: “Dopo aver costruito un perimetro politico intorno ad una idea chiara di Molise, abbiamo iniziato a definire il profilo del candidato che possa fare sintesi dell’intero fronte progressista. Al momento, tuttavia, non è stato valutato alcun nominativo”.

Insomma, come in ogni giallo che si rispetti siamo alla fase degli didentikit e, a sentire Federico e Facciolla, i nomi emersi nelle scorse ore, soprattutto in casa 5 Stelle, e in particolare quelli del giornalista Domenico Iannacone e del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, sarebbero il frutto di qualche misteriosa divinazione. La realtà che invece nella cronaca politica è fatta di fonti giornalistiche e riscontri diretti sul campo, parla d’altro, ovvero di un centrosinistra bloccato da veti reciproci, dalla paralisi sul metodo di scelta (tavolo politico o primarie di coalizione?) e dalle pressioni romane che arrivano soprattutto dal fronte pentastellato e, segnatamente, dall’ex premier Conte il cui semaforo verde per il giornalista Iannacone sarebbe invece di colore rosso per il sindaco di Campobasso Gravina.

Nomi non ce ne sono, sono dicono i segretari di PD e M5S e, per il momento, il gioco del silenzio andrà avanti sino a giovedì quando la coalizione si riunirà di nuovo. Solo allora, forse, scopriremo chi tiene nei pugni chiusi il gessetto o la moneta come nel gioco che un tempo si faceva a scuola o, meglio, il nome destinato a correre per le regionali, come succede nel gioco della politica. Fatto spesso di silenzi tattici fin troppo evidenti.

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