Quindici giorni sotto la neve valgono per il Molise solo l’attesa fuori dalla porta della protezione civile, e nessun fondo di quelli stanziati dal governo per l’emergenza maltempo che ha colpito l’Italia centrale.
Non è stato come in Abruzzo, meglio precisarlo subito, e nemmeno come per le altre regioni – Lazio, Umbria e Marche, colpite dal terremoto. Tuttavia, la perturbazione che per un paio di settimane ha messo decine e decine di comuni sotto più di un metro di neve, solo per fare una media di massima, vale per il Molise l’esclusione e un rinvio a integrare meglio la domanda di prima emergenza.
A palazzo Vitale c’è stato un primo incontro tra i sindaci e il governatore, per un primo bilancio dei danni provocati dalla neve. Frattura ha messo in qualche modo le mani avanti. In passato, ha ricordato il presidente, una nevicata che non aveva certo le proporzioni di quella appena passata la Regione aveva pagato risarcimenti per più di tredici milioni di euro. Ora, è la tesi, bisognerà fare le cose sul serio e valutare dove e come ci sono stati i danni. I sindaci, per il momento, hanno abbozzato e sono andati via con un pugno di mosche e con l’impegno che chi dimostrerà di aver avuto danni dalla neve dovrà produrre una documentazione e attendere. Per il momento, la conclusione di Frattura, solo ascolto e confronto.
Poi, aggiungiamo noi, con l’aumento delle temperature, qualche pioggia e la stagione estiva alle porte, che vuoi a chi importi la neve che a gennaio ha sommerso aziende, sfasciato strade, divelto pali della luce, seppellito campi coltivati, ucciso animali e creato un mare di problemi alle persone, agli anziani, agli studenti. Vuoi mettere risparmiare un bel gruzzolo di euro e fare bella figura a Roma.
.
