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venerdì, Aprile 26, 2024

Cena dei misteri: chiesta la condanna ma le prove non ci sono

AperturaCena dei misteri: chiesta la condanna ma le prove non ci sono

palazzo-di-giustiziaLa cena dei misteri, processo col rito abbreviato a Bari per il direttore di Telemolise, Manuela Petescia, e per il magistrato, Fabio Papa. Lo ha deciso il Gup di Bari, Antonio Diella, accogliendo così la richiesta presentata da Arturo Messere e Paolo Lanese, difensori dei due imputati. Sempre Diella ha anche sciolto la riserva sulla presentazione di nuovi documenti della parte civile. Non sono stati accolti, perchè presentati dopo la richiesta di rito abbreviato, così come sostenevano Messere e Lanese.
Al centro del dibattimento, la denuncia presentata da Frattura, contro Manuela Petescia e Fabio Papa. Nel suo esposto, Frattura sostiene di aver subito, in qualità di indagato, un tentativo di estorsione collegato all’inchiesta sulla Biocom.
La tentata estorsione ci sarebbe stata nel corso di una cena, di cui però non è stata indicata la data, ma solo il periodo in cui si sarebbe svolta. Del tutto opposta la tesi della difesa che ha sempre sostenuto la totale infondatezza di una denuncia fatta per una cena e un tentativo di estorsione che non ci sono mai stati e presentata ben 14 mesi dopo.
Del resto, a parere di molti, la stessa denuncia di un inquisito, contro il magistrato che lo indaga, avrebbe dovuto essere esaminata con maggiore cautela e circospezione. Cosa che, ad onor del vero, non è avvenuta.
Ma torniamo all’udienza che si è aperta con la requisitoria del pubblico ministero, Pasquale Drago, che ha parlato per quasi tre ore, chiedendo le condanne per i due imputati: 2 anni e 8 mesi per Manuela Petescia e quattro per Fabio Papa, per via del rito abbreviato. I reati ipotizzati dalla procura per Petescia e Papa, in concorso tra loro, sono quelli di tentata estorsione, tentata concussione, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio. Per il solo Papa inoltre viene contestata anche la falsità ideologica.
Da sottolineare però che la pubblica accusa, più volte, nel corso della sua lunga requisitoria, ha dovuto ammettere come in effetti prove concrete a carico dei due imputati non siano state raccolte, ma solo qualche indizio. Tuttavia, nonostante la carenza del quadro accusatorio, Drago ha dichiarato di aver chiesto il rinvio a giudizio perchè si è detto convinto che la cena c’è stata, io non potevo non credere – ha detto – a un presidente di regione e al suo avvocato.
L’avvocato Messere al termine dell’udienza ha dichiarato: «La requisitoria del pubblico ministero mi sembra non sia stata concludente perché, a fronte delle criticità e dei dubbi da lui stesso ripetutamente palesati in aula sulla prova dei fatti, ha poi concluso per una richiesta di condanna. Nel momento in cui interverremo per la difesa dimostreremo la labilità e l’inconsistenza del teorema accusatorio.Sottolineo – ha concluso il legale – che quella di oggi è la richiesta del pubblico ministero, quindi dell’accusa. Dico solo che io i conti sono abituato a farli di sabato».
Il processo è stato aggiornato al 21 marzo, giorno in cui parlerà l’avvocato Marco Franco come rappresentante di Paolo Frattura, le altre parti civili parleranno il 7 aprile, mentre il 22 dello stesso mese è previsto l’intervento degli avvocati Messere e Lanese, difensori dei due imputati e, per la stessa data, la sentenza del giudice Diella.

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