Si torna a parlare di sanità al Consiglio comunale di Agnone. Il sindaco Michele Carosella ha convocato per lunedì alle 16:30 una riunione monotematica per discutere dell’attuale situazione del San Francesco Caracciolo e delle possibili iniziative da intraprendere in difesa del presidio. Una delle strade da percorrere resta quella del ricorso al Tar, il cui percorso è stato già tracciato dal Comitato Articolo 32. Al tempo stesso va portata avanti la battaglia sul riconoscimento di ospedale di area disagiata. Un volantino affisso nelle ultime ore nella cittadina altomolisana ha riacceso un briciolo di speranza tra la gente, sempre più disillusa di fronte al lento declino di una struttura che solo fino a qualche anno fa da molti veniva paragonata a una clinica svizzera. L’esempio riportato nel volantino è quello dell’ospedale di Acquapendente, in provincia di Viterbo, che proprio grazie al riconoscimento dello status di area particolarmente disagiata è riuscito a conservare il pronto soccorso, diversi posti letto e altri servizi ritenuti essenziali. Intanto il vicesindaco di Agnone Maurizio Cacciavillani e gli operatori sanitari del presidio nelle ultime ore hanno nuovamente incontrato i vertici della Asrem. Dopo le rassicurazioni sulla sala operatoria – tra un mese dovrebbe riaprire con la conseguente ripresa dell’attività chirugica – il direttore sanitario Giuseppina Arcaro ha fatto sapere che «sta raccogliendo la documentazione necessaria per valutare se ci siano i requisiti per ottenere il riconoscimento di ospedale di zona particolarmente disagiata. Per noi questi requisiti ci sono tutti – ha detto ancora Cacciavillani -: insieme ai Comitati, stiamo percorrendo tutte le strade possibili per dimostrarlo. Al tempo stesso ricorreremo di nuovo al Tar – ha concluso – per chiedere il rispetto del provvedimento di sospensione dei piani operativi».
Nuove iniziative in difesa dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone
