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venerdì, Aprile 26, 2024

“Famosi” per i ricorsi elettorali: un triste primato per il Molise

Attualità"Famosi" per i ricorsi elettorali: un triste primato per il Molise

di GIOVANNI MINICOZZI

Agli inizi degli anni ’80 era il Campobasso calcio che partecipando al campionato di serie B, promuoveva in tutta Italia il marchio della Regione Molise. Un marchio e una identità ancora oggi poco conosciuti nel «bel Paese», nonostante i pregi naturalistici e ambientali che potrebbero, se valorizzati, aiutare la crescita di una regione in perenni difficoltà economiche, produttive e occupazionali. Da qualche anno, invece, il Molise sta tentando di recuperare, si fa per dire, la sua immagine e di farsi conoscere attraverso i ricorsi elettorali. Un vezzo, ormai ultradecennale, che stimola partiti e coalizioni, sconfitti sul campo dagli elettori, a chiedere l’annullamento delle elezioni mascherato da legittimi interessi. Dal punto di vista giuridico-amministrativo, siamo diventati addirittura i primi della classe e le sentenze emesse dal Tar Molise e dal Consiglio di Stato in materia elettorale hanno fatto giurisprudenza di riferimento per l’Italia intera. Insomma, per quei pochi che ci conoscono, siamo diventati la terra dei misteri e dei ricorsi elettorali. Niente di più. Naturalmente il contesto di riferimento è una popolazione, immersa fino al collo nella crisi economica e occupazionale, che stenta a sopravvivere, mentre la Regione rischia un altro anno di paralisi amministrativa. Alla faccia delle tante imprese costrette a chiudere i battenti e di alcune migliaia di disoccupati, cassintegrati e precari che non sanno più a quale santo rivolgersi. Anzi, molti di loro, commentando i nuovi ricorsi presentati, chiedono di eliminare l’autonomia del Molise e, forse, hanno ragione. A complicare la situazione, si aggiunge lo stallo della politica nazionale che, a distanza di due mesi dalle elezioni, non riesce a decidere nulla, tranne una ipotetica spartizione delle poltrone che contano. La conseguenza inevitabile di tali comportamenti è quella di accentuare il distacco dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni. Ma ciò non basta a risolvere i problemi. Servirebbe, invece, fare qualcosa di più incisivo.

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