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venerdì, Aprile 26, 2024

Droga in carcere a Larino: sette arresti, sostanza stupefacente nascosta nei cibi e nelle parti intime

AttualitàDroga in carcere a Larino: sette arresti, sostanza stupefacente nascosta nei cibi e nelle parti intime

Sette misure cautelari, 400 grammi di droga sequestrata tra hashish e cocaina, 16 indagati. Sono questi i numeri dell’operazione della Procura di Larino denominata ‘Pacco Free’, scattata nella notte che ha stroncato un fenomeno di spaccio all’interno del carcere di contrada Monte Arcano. Un’operazione congiunta tra carabinieri del comando provinciale e della compagnia, insieme alla polizia penitenziaria di Larino che ha eseguito tutte le misure, di cui quattro in carcere e tre ai domiciliari. Tre in particolare hanno riguardato persone già detenute all’interno del penitenziario frentano, tra cui un 31enne di Santa Croce di Magliano e un 29enne di Vasto. Già in carcere anche un 26enne di Roma. Ai domiciliari invece sono finite anche due donne. L’accusa è di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un fenomeno che già aveva interessato il carcere di Larino, dove già c’erano stati alcuni arresti. L’indagine partita ad aprile si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese video, ed è stata coordinata da Antonio La Rana fino a poche settimane fa a capo della Procura di Larino, ora passato sotto la guida di Isabella Ginefra. “Le indagini vanno avanti da mesi e la cosa che tra l’altro stupisce è l’ingegno e la perseveranza messa dai detenuti nonostante l’aumento dei controlli e l’arresto già di alcune persone” ha dichiarato il sostituto procuratore Antonio La Rana.
30 i carabinieri impiegati nell’operazione, insieme a 14 agenti della polizia penitenziaria. Un’indagine che conferma come in Molise la piaga della droga sia molto diffusa. “Purtroppo è un fenomeno molto diffuso soprattutto nel Basso Molise e la risposta delle istituzioni in questo caso c’è stata” il commento del colonnello dei carabinieri Emanuele Gaeta.
Fantasiosi i metodi per far entrare la droga in carcere, nascondendola nei cibi precotti, negli stick dei deodoranti, nelle suole delle scarpe e persino all’interno dei plichi di cartone usati per l’imballaggio che venivano gettati e poi recuperati dai detenuti coinvolti. La droga serviva per uso personale, ma anche per essere spacciata all’interno del penitenziario. A portarla persone ignare che sono state coinvolte, ma anche madri e fidanzate dei detenuti. “Si tentava di far entrare la droga attraverso dei pacchi postali, durante i colloqui con i detenuti e nascondendola nelle parti intime. La sostanza stupefacente è sempre stata bloccata prima di arrivare a destinazione” ha precisato il comandante della polizia penitenziaria Francesco Maiorano.

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