8.7 C
Campobasso
venerdì, Aprile 26, 2024

Laboratori analisi: il Tar annulla la riorganizzazione “targata” Frattura

AttualitàLaboratori analisi: il Tar annulla la riorganizzazione "targata" Frattura

di Piacentino Salati

 

La vertenza giurisdizionale amministrativa si è aperta con ricorsi presentati dai titolari di molti laboratori analisi della regione, che hanno contestato un decreto (n. 11) del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura, del 2017.

 

Con il provvedimento si è imposto alle strutture di laboratorio di costituirsi in aggregazione entro il 31 aprile 2017, cioè in appena due mesi se si considera che il decreto (impugnato innanzi al Tar unitamente agli atti consequenziali) è stato sottoscritto all’inizio dell’anno scorso.

Troppo poco tempo per una regione come il Molise, “tenuto conto – hanno scritto i giudici del Tar Molise nella sentenza che ha accolto i ricorsi contro il decreto – della esigua popolazione di appena 300.000 abitanti che, rispetto alla elevata soglia prestazionale minima prescelta, è destinata ad innescare un processo di aggregazione molto marcato, necessario a garantire il raggiungimento del requisito prestazionale”, che è fissato a quota 200 mila . Proprio per tale ragione – secondo il Tar – è richiesto un congruo periodo transitorio (stabilito a livello nazionale in 3 anni in luogo dei 2 mesi previsti in Molise) per consentire agli operatori di adeguarsi al nuovo modello organizzativo.

Sulla materia si era espresso anche il Consiglio di Stato, cui la sentenza del Tar Molise (n. 306/2018) si conforma.

Per i giudici, in particolare, “la scelta di rimodulare la rete dei laboratori di analisi e le concrete modalità attuative prescelte a fini di ottimizzazione del servizio sono caratterizzate da ampia discrezionalità organizzativa; la discrezionalità tuttavia deve necessariamente essere esercitata secondo ragionevolezza e comunque nel rispetto del quadro di regole a tal fine stabilito che, nella specie, prevede espressamente la necessità di un periodo transitorio di adeguamento dell’assetto esistente al nuovo modello” . L’accordo maturato in sede di Conferenza permanente prevede infatti che la soglia minima di 200.000 prestazioni debba essere raggiunta in tre anni di attività, partendo da un volume minimo”.

Non solo. L’Accordo sottoscritto in sede di Conferenza nazionale permanente del marzo 2011 prevede espressamente che la Regione debba anche farsi carico di disciplinare i meccanismi di aggregazione fra strutture di laboratorio, evitando concentrazioni e possibili posizioni dominanti. Ma il Decreto del commissario ad acta dell’epoca, Frattura, osservano i giudici, “contiene un mero rinvio ‘alle forme previste dal Codice civile” e talune prescrizioni sul regime giuridico di adesione e di recesso, generando una situazione contraddittoria in cui da un lato gli operatori sono costretti ad aggregarsi per raggiungere la soglia minima, dall’altro però non si conoscono le modalità ritenute idonee al fine di “prevenire concentrazioni e possibili posizioni dominanti”. Secondo i giudici amministrativi non ci sono poi i requisiti per stabilire chi possa svolgere i compiti del laboratorio di analisi accentrato e, più in generale, quale sia il modello organizzativo di riferimento della rete (distanze massime tra punti di prelievo e laboratori; tempi massimi di consegna delle provette, ad esempio).

Insomma ancora un provvedimento cosiddetto di razionalizzazione che non tiene conto delle esigenze delle strutture sanitarie e della popolazione molisana e che si è trasformato in un’altra tegola per la ex Amministrazione regionale.

Risultato: riorganizzazione annullata e struttura commissariale e Regione condannate a pagare le spese del processo amministrativo.

Ultime Notizie