In Molise, regione italiana più ricca di acqua in percentuale rispetto al proprio territorio, ci sono ancora decine di migliaia di residenti costretti a usare acqua di fiume potabilizzata. Si tratta dei cittadini del Basso Molise che per decenni si sono visti arrivare nelle case l’acqua della Diga del Liscione. Una situazione che negli ultimi anni li ha esposti anche ad una serie di emergenze che hanno portato al divieto di utilizzo dell’acqua proprio a causa di eccessive dosi di disinfettanti usati per renderla potabile. Prima è toccato ai trialometani, più di recente ai cloriti, con disagi enormi per cittadini e attività. Ora però finalmente anche nelle case del Basso Molise arriverà l’acqua di sorgente. I tempi ancora non si conoscono ma la notizia è ufficiale. Nella seduta del primo maggio il Cipe ha approvato il progetto definitivo dell’acquedotto molisano centrale, sbloccando anche quella variante di Montenero di Bisaccia che negli ultimi anni aveva fermato i lavori. Un’opera pensata alla fine degli anni 70, iniziata nel 2007 e che doveva essere ultimata nel 2012. La perizia di variante chiesta dal Comune di Montenero nel 2011 aveva bloccato i lavori sul più bello, lasciando l’opera incompiuta. Ora tutto può ripartire. Il Cipe ha aggiornato il costo del progetto a 89 milioni di euro, permettendo anche il miglioramento dei serbatoi di accumulo di San Giacomo degli Schiavoni e Termoli. L’acquedotto molisano centrale porterà acqua di sorgente in 11 comuni e cioè Guardialfiera, Larino, Montenero, Guglionesi, San Giacomo, Petacciato, Ururi, San Martino, Portocannone, Campomarino e Termoli. L’opera si era fermata nel 2011 quando ormai era stata realizzata al 95 per cento. Ci si augura che tra ultimazione dei lavori e collaudo ci vogliano ancora solo pochi mesi.
Acquedotto molisano centrale: il Cipe sblocca i lavori. Presto acqua di sorgente in Basso Molise
