La bozza di legge che prevede la riforma della pubblica amministrazione – e in particolare l’accorpamento del Corpo forestale alla Polizia di Stato – sta sollevando molte perplessità in tutta Italia. Smantellare un corpo specializzato nella tutela dell’ambiente significherebbe fare un passo indietro, ottenendo più svantaggi che benefici, è il parere di molti. E non è questione di difendere posizioni o privilegi, visto che per il personale non cambierebbe nulla. Sarebbe dunque più opportuno valutare proposte alternative, ad avviso del comandante provinciale della Forestale di Isernia, Luciano Sammarone: «A livello interforze – ha detto – è stato già avviato un discorso di riorganizzazione di tutto il comparto sicurezza, riducendo, nella logica della spending review, le sovrapposizioni tra alcune forze di polizia. E di valorizzare quelle che sono le nostre competenze, le nostre professionalità. Sentiamo ogni giorno dei problemi che ha il nostro paese, tra emergenze ambientali e frane. Noi stimao facendo proprio questo: tutelare il paesaggio. Ci siamo specializzati negli anni in questo tipo di attività. Chiediamo di poter continuare a farla. Anche assorbendo, venendo alle proposte, le funzioni delle polizie provinciali e del personale». Tra le ipotesi in campo anche quella di creare un corpo forestale unico, che comprenda cioè anche le regioni a statuto speciale. In ogni caso così come concepita, la riforma proprio non va. Anche perché – particolare tutt’altro che secondario – non comporterebbe alcun risparmio: «Non si risparmeriebbe – ha proseguito Sammarone – perché più del 90% del bilancio del Corpo forestale dello Stato, come – credo – quello delle altre forze di polizia è assorbito dalla spese del personale. Proprio per questo – ha concluso Sammarone – bisogna riorganizzare e non fare tagli lineari»



