“Grazie ai tecnici della Soprintendenza, con l connivenza degli uffici comunali, nel castello di Campobasso non ci entreremo più”.
È quanto sostiene l’architetto Franco Valente, che contesta la delibera con cui il Comune di Campobasso ha concesso una perizia di variante.
Di seguito il post che l’architetto Valente ha condiviso su Facebook:
A termine di lavori ultimati i progettisti scoprono che: bisognava eliminare un tubo di otto centimetri circa; che avevano sbagliato le misure dell’ascensore; che avevano dimenticato di prevedere l’allaccio dei servizi igienici alla fogna e che avevano dimenticato di prevedere una lampadina per illuminare provvisoriamente l’accesso alle cisterne.
Chi ha un minimo di conoscenza degli elementi basilari per la gestione di un cantiere sa che per decidere queste cose bastano non più di 10 minuti. Non solo.
Per sapere le dimensioni di un ascensore basta fare un clik sulla pubblicità di qualsiasi casa produttrice!
A dir poco ridicola la relazione dei tecnici che riferiscono che il restauro delle pareti sarà effettuato “palmo a palmo!… Secondo costoro in altri monumenti forse si procede a chilometri alla volta…
I tecnici incaricati si sono accorti dei loro errori progettuali solo dopo che erano scaduti i termini per la consegna delle opere finite e collaudate. Soprattutto hanno stabilito che per fare le varianti conseguenti ai loro errori progettuali occorrono CENTOTTANTA GIORNI….
Il Comune di Campobasso invece di addebitare ad essi gli oneri conseguenti ai loro errori, addirittura riconosce ad essi anche l’incremento delle parcelle per le varianti. I cinque stelle sempre attenti agli sprechi si coprono gli occhi anche in questa occasione.
