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venerdì, Aprile 19, 2024

Mons. D’Angelo occupa una sede un tempo di Mons. Tria, storico vescovo di Larino

AttualitàMons. D’Angelo occupa una sede un tempo di Mons. Tria, storico vescovo di Larino

La notizia della sede titolare assegnata al nostro mons. Antonio D’Angelo, il 14 agosto scorso eletto Vescovo ausiliare di L’Aquila, è giunta anche a me inosservata perché priva di una vocale, Cerenza invece di Cerenzia. Se la denominazione fosse stata inserita correttamente nell’Annuario Pontificio, organo ufficiale della Santa Sede, mi avrebbe certamente destato un interesse particolare per motivi di cui farò cenno più avanti. Ringrazio l’amico don Rosario Candigliota per avermelo fatto notare.

Cerenzia (Calabria), dal 1968 annoverata tra le sedi titolari, era a capo di una diocesi istituita nel IX secolo che, con la creazione della circoscrizione di Cariati avvenuta nel 1437, ebbe vita comune con quest’ultima fino alla soppressione seguita al Concordato borbonico del 1818. La diocesi di Cariati nel 1986 fu pienamente unita a quella di Rossano.
I Vescovi che non hanno facoltà di guidare direttamente la cura delle anime, tra cui quelli ausiliari, assumono il titolo di una diocesi soppressa.

Il 4 marzo del 1720 fu posto a capo delle diocesi di Cariati e Cerenzia, in quel tempo unite con la formula “aeque principaliter” il Grande mons. Giovanni Andrea Tria, il futuro Vescovo di Larino, che dopo la consacrazione (Roma, 17 marzo 1720) si portò subito in sede dove, nel marzo del 1726, celebrò un Sinodo ed il 23 dicembre dello stesso anno, per volere del Papa Benedetto XIII, fu traslato a Larino.

Mons. Antonio D’Angelo, quindi, anche se con mansioni completamente diverse, “succede” a mons. Giovanni Andrea Tria che vantava una personalità riformatrice, vigorosa e decisa, sostenuta da una profonda pietà, tanto da essere considerato uno dei maggiori personaggi vissuti nel Settecento.
Mons. Tria, molto dotto e versato in tanti interessi, tenne corrispondenza con soggetti ragguardevoli, tra cui Sant’Alfonso Maria de’ Liguori ed ebbe incarichi importanti non solo dopo aver posto la sua fissa dimora in Roma (fine 1741), ma pure durante i tre lustri in cui occupò la cattedra larinese. Dal 1741 al 1761, anno in cui morì, fu Arcivescovo titolare di Tiro.

Le non comuni qualità di mons. Tria, vennero notate, in particolare, anche dai Papi Benedetto XIII (1724-1730), Clemente XII (1730-1740) e Benedetto XIV (1740-1758) dei quali fu uno dei più stretti collaboratori.
L’amore per questa Terra traspare anche dal testamento del Presule redatto nel novembre del 1760, poco meno di due mesi prima della sua scomparsa e quasi venti anni dopo aver lasciato Larino, in cui figura, tra l’altro, testualmente: “…il detto capitale di ducati trecento di sua porzione, vada e ceda a beneficio delli poveri della Città di Larino e sua Diocesi…”.
A mons. Tria, autore di tante opere tra cui una biografia del Papa Benedetto XIII (Roma, 1751) e le note “Memorie Storiche Civili ed Ecclesiastiche della Città e Diocesi di Larino…” (Roma 1744), l’attuale Vescovo mons. Gianfranco de Luca, con proprio decreto, ha voluto intitolare l’Archivio Storico Diocesano ed il Museo entrambi posti presso l’episcopio dell’antico capoluogo frentano.
Sono certo che tra coloro che guideranno i passi del Vescovo eletto mons. Antonio D’Angelo ci sarà anche il Grande mons. Tria.

Giuseppe Mammarella

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