Che i figli ereditino la passione dei padri è noto, spesso anche il mestiere. Che padre e figlio si mettano a spacciare droga lo è un po’ meno. L’attività diciamo di famiglia è stata interrotta dalle manette fatte scattare ai polsi dei due dagli agenti della squadra Mobile di Campobasso.
I due, al momento dell’arresto, avevano poco più di un etto e mezzo di hashish e marijuana e un altro etto di una sostanza sulla cui natura sono in corso le analisi tossicologiche.
Padre e figlio, di 52 e 24 anni, da qualche tempo, erano seguiti dai poliziotti che li tenevano d’occhio.
Qualche soffiata arrivata dall’ambiente aveva messo in allerta gli agenti e così, nell’appartamento diventato una sorta di punto vendita, sono arrivati gli uomini della mobile. Oltre al solito materiale utilizzato per confezionare dosi, gli agenti hanno trovato altro stupefacente nel frigorifero e una cospicua somma di denaro. I due sono stati portati in carcere a Campobasso.
Un fatto analogo era accaduto qualche tempo addietro, quando a finire nel mirino degli investigatori era stata una madre del capoluogo. Una specie di direttrice dello spaccio che, oltre a gestire da casa sua una rete di clienti, non disdegnava di accompagnare il figlio in auto a spacciare direttamente a domicilio.
Una nuova frontiera nel rapporto tra genitori e figli che, per via del profitto e di situazioni familiari di grave disagio, supera in nome del profitto anche le più elementari regole dell’educazione.
E così, tra i lavori che padri e madri insegnano alla loro prole ha fatto irruzione anche quello facile e redditizio dello spacciatore. Almeno fino all’arrivo della polizia o dei carabinieri davanti alla porta di casa.