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sabato, Maggio 4, 2024

Punto nascita Termoli, l’Asrem: “Decisione arrivata da Roma. Non era possibile chiedere una deroga”

EvidenzaPunto nascita Termoli, l'Asrem: "Decisione arrivata da Roma. Non era possibile chiedere una deroga"

Una decisione inevitabile, arrivata da Roma. Il punto nascita di Termoli aveva praticamente il destino segnato, nel momento in cui il numero di bambini partoriti al san Timoteo è calato drasticamente in pochi anni da 500 a più o meno 300. Un po’ perché molte mamme termolesi hanno preferito l’ospedale di Vasto, un po’ perché le nascite sono in calo in tutta la regione, e il Comitato Percorso Nascita nazionale ha giudicato la Neonatologia di Termoli come non sicura per mamma e bambino. “Perché come nessuno si farebbe operare da un chirurgo che fa una soila operazione all’anno, così una partoriente non può esesre assistita da un medico che fa nascere pochi bambini”. Questa sembrerebbe la logica del Comitato. A ribadire i motivi della decisione è stato il direttore generale dell’Asrem Gennaro Sosto in conferenza stampa, con il commissario Giustini. “E’ comunque una sconfitta per tutti noi, ma non si poteva fare nulla, neppure ottenere una deroga” ha detto Sosto.
Parere di deroga che però pare sia stato chiesto ed ottenuto per Isernia e a dirlo è il ministro Grillo che ha anche aggiunto che il parere positivo è stato concesso in cambio della chiusura di Termoli, visto che da Termoli le donne vanno a partorire Vasto e la città adriatica non è situata su un territorio difficile, come sarebbero i comuni che satellitano intorno ad Isernia. Ma Sosto ha assolutamente negato che ci sia stato un baratto: Termoli non è stata sacrificata, ma chiusa per non raggiungento dello standard sicurezza. E basta.
Sosto ha anche precisato che l’ospedale di Termoli è assolutamente in grado di assistere le donne in tutte le fasi pre e post parto, ma i bambini potranno nascere solo a Campobasso, perfettamente capace di accogliere le partorienti termolesi. Una eventualità difficile, dal momento che Vasto è più vicina. Il direttore generale ha anche ipotizzato un ripensamento futuro, ma è un falso ottimismo: non si comprende come, non nascendo più bambini a Termoli, Termoli possa dimostrare di aver raggiunto i 500 parti annui che servono per mantenere aperto il punto nascita. Piuttosto, è più verosimile pensare- ma si spera di no- che nel tempo resterà un unico punto nascita in tutta la regione. Soprattutto considerando che la situazione complessiva della sanità regionale è critica, mancano i medici, i Pronto soccorso sono in affanno, non ci sono ortopedici e i concorsi vanno deserti.

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