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domenica, Aprile 28, 2024

Regione, alta tensione in maggioranza. Sfiducia a Mazzuto, l’autogol di Greco. Caccia grossa di Niro, Toma perde pezzi, Iorio: “Verifica urgente”.

AttualitàRegione, alta tensione in maggioranza. Sfiducia a Mazzuto, l'autogol di Greco. Caccia grossa di Niro, Toma perde pezzi, Iorio: "Verifica urgente".
di GIOVANNI MINICOZZI
Caos e tensione alle stelle in consiglio regionale dove, a sorpresa, è stata discussa la mozione di sfiducia all’assessore esterno Luigi Mazzuto presentata tempo addietro dalle ex leghiste Aida Romagnuolo e Filomena Calenda. Al momento del voto il capogruppo del M5S Andrea Greco ha chiesto l’appello nominale, i pochi consiglieri di centrodesrra presenti hanno abbandonato l’aula e così il voto di sfiducia espresso dai due rappresentanti del PD, dai sei del M5S e dalle due ex leghiste (dieci in tutto)non sono bastati per approvare la mozione di sfiducua contro Mazzuto che, dunque, resta al sui posto. Paradossalmente il coordinatore della lega è stato salvato, al momento, dall’ingenuita’ di Andrea Greco, che ha chiesto la votazione per appello nominale, e dai consiglieri di maggioranza che hanno abbandonato l’aula. Di certo però una maggioranza così traballante non ha futuro e necessita urgentemente di una verifica al suo interno come ha subito sollecitato Michele Iorio che da tempo ha espresso posizioni critiche nei confronti dell’esecutivo. Da registrare anche un violento diverbio di Vittorino Facciolla con Michela Fanelli accusata di fare sponda e di dare troppa corda al M5S, ma questa è un’altra storia. Dunque non c’è pace per il presidente della Regione Donato Toma già alle prese con situazioni drammatiche che coinvolgono migliaia di famiglie molisane e ora anche con una maggioranza in decomposizione. Il lavoro che non c’è, le crisi aziendali sempre aperte, la sanità in coma profondo , le infrastrutture da terzo mondo sono questioni ataviche, molte delle quali ereditate dal passato, ma ancora irrisolte dopo oltre un anno di governo. Sono in molti a pensare che non poteva avvenire il contrario considerato che diversi esponenti dell’esecutivo e quasi tutti i dirigenti apicali della Regione risultano essere gli stessi che in passato hanno sostenuto la giunta guidata da Paolo di Laura Frattura. Finita da tempo la luna di miele risulta evidente che oggi gli stessi componenti della maggioranza di centrodestra che governa la Regione mostrano chiari segnali di nervosismo e di insofferenza nei confronti di una situazione politica e amministrativa che desta preoccupazione è allarme sociale. Per tentare di salvare l’anima e la poltrona alcuni dei consiglieri regionali cercano di ricollocarsi in gruppi alternativi , sempre nell’ambito del centrodestra , in una sorta di “si salvi chi può”. E così, per tentare di dare una svolta, provano a riposizionarsi, anche in vista di possibili nuovi equilibri della giunta regionale, o per mantenere il posto di assessore oppure per defenestrare quellli attuali. Il più attivo in tale direzione appare colui che è stato il vero vincitore delle ultime elezioni amministrative (anche se fortemente penalizzato dall’esito del ballottaggio al comune di Campobasso) ovvero l’assessore regionale ai lavori pubblici e ai trasporti Vincenzo Niro. Lo stesso Niro ha però già recuperato posizionì importanti nella giunta di Termoli e si appresta a collocare un suo uomo (o meglio una sua donna) alla presidenza della provincia di Campobasso. Secondo spifferi trapelati dal Palazzo l’assessore potrebbe aggregare nel suo gruppo consiliare nomi eccellenti quali il presidente del consiglio Salvatore Micone, con la garanzia di restare al vertice di Palazzo d’Aimmo alla scadenza di metà mandato, Filomena Calenda e Armandino D’Egidio oltre agli eletti della prima ora Andrea Di Lucente e Antonio Tedeschi. Il piano di azione di Vincenzo Niro appare chiaro: rafforzare il gruppo dei Popolari per l’Italia, mantenere la sua intoccabile posizione di assessore, puntare alla presidenza del consiglio con Salvatore Micone e a un secondo assessorato in vista anche di possibili elezioni politiche anticipate. Il tutto però passa attraverso la volontà di Donato Toma il quale potrebbe condividere la formazione di un gruppo consiliare numeroso, anche per bloccare le pressanti richieste di Michele Iorio e di Quintino Pallante, oppure il governatore potrebbe puntare i piedi e decidere diversamente avendo nelle sue la possibilità di mandare tutti a casa. Dunque i giochi sono cominciati ma gli sbocchi finali, al momento, sono imprevedibili. Il dato certo è che la maggioranza è in crisi, Toma appare accerchiato nel suo “fortino” mentre i molisani si sentono traditi dalla fiducia data a questa classe politica poco più di un anno addietro.
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