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domenica, Maggio 5, 2024

Sisma, Ingv: l’attenzione resta alta. Non si possono escludere nuove scosse

AperturaSisma, Ingv: l'attenzione resta alta. Non si possono escludere nuove scosse

di ANNA MARIA DI MATTEO

Chi sperava di sentirsi rassicurato dalle dichiarazioni di chi studia i terremoti e di chi, per esperienza, ha imparato a conoscerli, è rimasto deluso. Perché le parole pronunciate ieri dal capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Angelo Borrelli e dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni hanno descritto scenari non proprio rassicuranti. E d’altra parte non potevano fare altro i due esperti arrivati da Roma per partecipare alla riunione in prefettura di Campobasso, del Centro coordinamento soccorsi. Hanno detto le cose come stanno. Niente di più, niente di meno. Carlo Doglioni, che è al vertice dell’autorità che studia i fenomeni geofisici e vulcanologici, commentando quanto sta accadendo in Molise dallo scorso 14 agosto ha spiegato che l’Ingv sta monitorando la sequenza sismica per capire se il numero delle repliche stia aumentando o diminuendo. “Ogni terremoto ha una storia a sé – ha spiegato – e oggi non abbiamo ancora le chiavi per poter affermare che la sequenza durerà ancora giorni, mesi o se potrà crescere di magnitudo. Stiamo studiando il fenomeno per capire come evolverà”.

Insomma, come era prevedibile, nessuna certezza su quello che potrà accadere nelle prossime settimane, ma, come ha anche detto il capo della Protezione civile Borrelli sindaci e cittadini devono restare in allerta perché non si escludono nuove scosse. Dichiarazioni che hanno una spiegazione che si basa sugli studi condotti dall’Ingv. “C’è un’area di svincolo che separa l’Appennino centrale da quello meridionale – ha detto Doglioni – e tutto il Molise è contraddistinto nella parte occidentale dalla tettonica che caratterizza l’Appenino, che si estende di circa 2-4 millimetri all’anno. Per questa sismicità a nord dell’allineamento, che continua verso le Isole Tremiti e a sud verso San Giuliano di Puglia– ha aggiunto il presidente dell’Ingv – consente alla crosta terreste di svoncolarsi, determinando quindi questi fenomeni. Al momento sta rilasciando energia accumulata nei decenni, nei secoli”. Premesso dunque che i terremoti non si possono prevedere, quello che è certo è che lo sciame sismico è ancora attivo. L’unica cosa da fare è ridurre quanto più possibile il rischio sismico, a cominciare dai comportamenti dei singoli cittadini. “La prima cosa da fare è chiedersi se la propria abitazione è capace di resistere ad un terremoto importante o noha aggiunto Doglioni – In questa specifica zona, in passato non ci sono stati eventi sismici importanti, ma questo non vuol dire che non possano essercene in futuro. Strutture simili hanno dato, in passato, nel 1627 il terremoto della Capitanata di magnitudo 6.7. Quindi- ha concluso il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica – dobbiamo essere coscienti del pericolo. Cittadini e amministratori devono essere consapevoli di vivere in un territorio sismico e quindi adottare tutti i criteri possibili di protezione civile”.

L’attenzione, insomma, resta alta. Senza creare allarmismi, occorre rimanere lucidi e imparare a convivere con il rischio sismico, puntando soprattutto sulla prevenzione.

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