Un biglietto scritto a mano, in corsivo. Scritto dal Vaticano. Data: 29 ottobre. Poche righe. Indirizzate all’arcivescovo Giancarlo Bregantini. La firma semplice: Francesco. Quella del Papa. Il biglietto in una busta bianca. Allegati due santini, le icone di san Giuseppe e santa Teresa del Bambino Gesù e, soprattutto, il libretto dell’Ordinazione Sacerdotale di padre 
Bonaventura De Filippis, del 1953, il padre gesuita molisano di cui il pontefice parlò durante la sua visita in Molise, all’Università. “Quando io ero Provinciale dei Gesuiti in Argentina – disse allora Francesco – c’era bisogno di inviare in Antartide, a vivere lì 10 mesi l’anno, un cappellano. Ho pensato, ed è andato uno, padre Bonaventura De Filippis. Ma, sapete – continuò il Papa – era nato a Campobasso, era di qua!”. Infatti Padre Bonaventura era nato a Roccamandolfi, allora provincia di Campobasso.
«Caro fratello – ha scritto testualmente Francesco nel biglietto inviato a Bregantini – quando sono stato da voi vi ho detto che un figlio della vostra terra, il padre Bonaventura De Filippis, gesuita, è stato il primo cappellano nell’Antartide Argentina. Ho ricevuto il libretto e ho pensato di inviarlo a voi, così avete un ricordo di questo cittadino illustre. Per favore- ha concluso il Papa come fa di solito – non si dimentichi di pregare per me. Che il signore la benedica e la Madonna la custodisca. Fraternamente. Francesco».
Gioia e commozione da parte di Bregantini nel ricevere la lettera e nel leggerla. “Bonaventura – ha detto l’Arcivescovo – è stato l’unico prete mandato in Antartide, dove stava sei mesi. Quindi doveva essere una figura forte contro il freddo e anche forte da un punto di vista spirituale e umano. E Francesco – ha spiegato ancora Bregantini – ce l’ha nominato a ricordo di questo: se quell’uomo molisano io Provinciale giovanissimo ho potuto inviarlo in Antartide con buoni frutti , vuol dire che questa terra, il Molise, dà frutti di questo tipo. Con questa logica lui ha lodato noi e si è ricordato di questo suo gesto”.
