“L’ospedale “Caracciolo” di fatto è stato configurato molto al di sotto dello standard minimo previsto del decreto Balduzzi”: non garantisce un vero Pronto Soccorso e non adempie alla funzione di emergenza-urgenza. Sono molte le lacune, le approssimazioni, le figure e relativi servizi non specificati, rendendo il presidio di Agnone insufficiente se non pericoloso, con uno standard assistenziale bassissimo”. Sono queste le motivazioni alla base del ricorso – presentato contro il provvedimento relativo all’approvazione dell’Atto Aziendale ASReM – firmato da don Francesco Martino, in qualità di segretario nazionale del Cisadep, il Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche, e da Enrica Sciullo, legale rappresentante del comitato Il Cittadino c’è. Con questo ricorso – indirizzato al Direttore Generale della Asrem Gennaro Sosto e al commissario Paolo Di Laura Frattura – si chiede la parziale revisione e modifica di punti specifici dell’Atto aziendale che, “così come formulati – spiegano i ricorrenti – ledono fortemente l’interesse legittimo e il diritto alla salute dei cittadini altomolisani e non rispondono pienamente a quanto previsto dal decreto sugli ospedali di area disagiata”. Attraverso questo ricorso, oltre alla revisione si chiede la sospensione esecutiva del provvedimento del Direttore generale della Asrem. “L’impatto economico delle correzioni richieste – hanno spiegato gli esponenti dei due comitati – è oltretutto risibile in quanto si tratta di servizi collegati con le Unità operative di Campobasso e Isernia. In ogni caso la lotta non è finita e non ci arrenderemo fino a quando i nostri diritti non saranno pienamente garantiti e tutelati. Non chiediamo nulla di trascendentale e impossibile: vogliamo quello previsto per legge, niente di più, niente di meno! La salute – hanno concluso – non è e non sarà mai un saldo di fine stagione”.
Agnone. Ricorso di Cisadep e Cittadino C’è contro la riorganizzazione del Caracciolo
