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venerdì, Aprile 26, 2024

Il lavoro che non c’è, il dramma di chi vive nell’incertezza. Appello di una molisana a Mattarella

AttualitàIl lavoro che non c'è, il dramma di chi vive nell'incertezza. Appello di una molisana a Mattarella

lavoroIl lavoro dà dignità ad ogni persona. Un concetto espresso da Papa Francesco nella sua visita in Molise e ripetuto, ultimamente anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio di fine anno. Il lavoro che però continua a mancare nel sud e in Molise, in particolare, e che rappresenta una piaga aperta che fa sempre più male. In redazione ci è giunta un’accorata lettera di una donna di Campodipietra. Un appello che ha inviato proprio al Capo dello Stato Mattarella riprendendo, appunto, le sue parole sulla dignita’. Carolina D’Antino, è la firma sulla lettera. “Quel poco di lavoro che c’è – ha scritto –  scompare o si trasforma in contratti precari con più ore e meno diritti”. Ha disegnato un quadro comune a tante donne e persone non più giovani, per le quali è più difficile trovare un nuovo impiego. Perdere il posto è un dramma, genera incertezza.

“Il collocamento pubblico non esiste più – si legge nella lettera – e per chi è avanti con l’età non c’è spazio nemmeno nelle agenzie di collocamento private. Non si viene chiamati nemmeno per semplici sostituzioni ed è dura, mortificante, trovare porte chiuse. La signora D’Antino ha raccontato, quindi, quanto le è capitato in questi giorni, che le è stato negato anche il sussidio della mobilità in deroga che le spettava per legge, ha rimarcato. Dal sindacato aveva avuto rassicurazioni sui 7 mesi che attendeva del 2015 e su una parte dei 6 mesi del 2016,  “perché – ha spiegato –  lo Stato con una legge di settembre scorso aveva assegnato alla Regione Molise più di 50 milioni di euro per pagare le mobilità in deroga del 2015 e 2016.

La donna ha detto ancora di essere andata  all’INPS. “Mi hanno riferito – ha continuato nella lettera a Mattarella – che la Regione qualche giorno prima di Natale ha cambiato le regole, non mi tocca più niente e non posso rifare nemmeno la domanda per il 2016”. Parole che hanno gettato la donna  nello sconforto, nell’incredulità, per avendo fatto bene le domande.

“Ogni volta che ho chiesto notizie mi dicevano che aspettavano i soldi dallo Stato, e ora che ha assegnato i fondi per pagarci sono state cambiate le regole e non ci tocca più niente, né lavoro e né mobilità in deroga.  Il periodo delle festività per chi non lavora non è molto bello – ha concluso appellandosi a Mattarella –  ma mai avrei pensato che mi sarebbe accaduta una cosa del genere, in questo modo e proprio a Natale”.

Una lettera, questa, che ci ha colpito, in quanto raffigura una situazione purtroppo comune a tante, troppe persone.

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